Il percorso tra Mozia e Kamarina è ormai una realtà che attira l'interesse di camminatori internazionali. I Comuni possono ricavarne un ritorno turistico, ma molto ancora va fatto: dal sistema accoglienza agli interventi contro il dissesto idrogeologico
Trasversale Sicula, viaggio tra bellezze e criticità «Trazzere riscoperte, ma serve valorizzazione»
Con due grandi feste organizzate dal Comune di Vittoria, prima, e dai commercianti di Scoglitti, poi, si è concluso, nel primo pomeriggio, il secondo cammino internazionale dell’Antica Trasversale Sicula. Sono trascorsi quattro anni da quando, nel giorno dedicato a San Francesco, i camminatori Peppe De Caro e Tano Melfi, con al seguito l’archeologo Giuseppe Labisi, partirono dall’antica città di Kamarina per raggiungere Mozia. A piedi, lungo le regie trazzere che un tempo erano le strade di collegamento della Sicilia; 650 chilometri circa, attraverso i siti archeologici più importanti e i sentieri in disuso che tanto hanno ancora da dire e da raccontare della nostra terra.
Da quel giorno l’idea di due uomini innamorati della Sicilia è diventato un progetto internazionale ora all’attenzione dell’Unesco. Del cammino di Sicilia parlano ormai tutti, e qualcuno già lo paragona al celeberrimo cammino di Santiago mentre cresce il numero di coloro che si avventurano lungo strade dal fascino intramontabile. L’anno scorso, in occasione del primo cammino internazionale, erano partiti in 15. Quest’anno il numero è raddoppiato e, dopo 44 giorni, ai 30 camminatori iniziali, provenienti da tutto il mondo, se ne sono aggiunti altri dieci.
Lungo l’antico tracciato hanno assaporato le emozioni delle leggende e si sono immersi nella bellezza di luoghi selvaggi e senza tempo. Venerdì hanno iniziato l’ultima parte del percorso, che li ha portati a Comiso e al Castello di Donnafugata, dove gli amministratori li hanno accolti con entusiasmo mettendo a loro disposizione le sale più prestigiose. «Comiso ci ha offerto pasti deliziosi – racconta Peppe De Caro, contattato proprio durante gli ultimi chilometri – e ci ha aperto le porte del museo civico di storia naturale, ma anche Grammichele, Trapani, Marsala, tutti ci hanno riservato un’accoglienza incredibile e a Ragusa, al Castello di Donnafugata, è stata anche organizzata la proiezione del docufilm Ragusa terra iblea. Per noi è stato un vero onore, e nel vedere quanto credono in noi ci siamo commossi».
Ieri il nutrito gruppo, dopo essersi lasciato alle spalle il maniero, ha costeggiato la foce del fiume Ippari, dove altra gente si è unita. Infine l’arrivo a Scoglitti, in piazza Sorelle Arduino, per un primo momento di accoglienza e l’adozione simbolica del Ficus Benjamin, che è così diventato il 47esimo albero adottato durante questa edizione del cammino. Quindi il trasferimento nella zona del faro per la festa organizzata dalle attività commerciali della frazione marinara vittoriese.
«Quest’anno abbiamo deciso di adottare un albero storico, o comunque significativo, in ogni territorio attraversato – spiega Peppe De Caro – come l’ultimo olmo rimasto nella Valle dell’olmo, il bellissimo cipresso del palazzo municipale di Mineo o ancora il maestoso ficus benjamin di Donnafugata. Li abbiamo tutti referenziati e chi camminerà in futuro avrà anche questi alberi da vedere e ritrovare, con la loro storia carica di simboli. A Kamarina, invece, (che per noi è Scoglitti), pianteremo otto palme nane che sono il simbolo del luogo, tant’è che nelle monete vengono rappresentate insieme alla civetta».
Come detto, al gruppo di quest’anno si sono uniti due dei più importanti camminatori al mondo, tra cui un americano che in sei mesi ha percorso gli oltre 4400 chilometri tra Messico e Canada. «Stiamo traendo da loro importanti insegnamenti – continua De Caro – e abbiamo accelerato arrivando quasi sempre in anticipo rispetto al previsto. Quest’anno, inoltre, abbiamo ottenuto il prestigioso patrocinio della Federazione italiana delle associazioni e dei club Unesco di Sicilia. Siamo davvero felici del movimento che si sta creando, chiunque abbia camminato con noi anche solo un giorno si è innamorato della Trasversale e ne parla».
Una delle ragioni che hanno portato alla nascita dell’Antica Trasversale Sicula era proprio il recupero delle regie trazzere e la loro promozione turistica. A distanza di quattro anni l’obiettivo, in parte, è stato centrato. «In molte aree abbiamo trovato il percorso pulito e curato, questo vuol dire – commenta De Caro – che i protocolli sottoscritti coi Comuni non sono rimasti sulla carta ma vengono applicati. I sentieri sono scerbati, del resto gli enti hanno tutto l’interesse, specie quelli dell’entroterra, a far sì che la Trasversale funzioni e porti loro turisti e visitatori. A breve cinque comuni della Valle del Belice (Salemi, Nuova Gibellina, Poggioreale, Santa Ninfa e Contessa Entellina) saranno i primi ad apporre lungo il cammino segnaletica, guida, totem e tutto il necessario per i camminatori di domani, grazie ad un progetto pilota elaborato col Gal».
La segnaletica al momento è un tasto dolente, ma per il prossimo anno gli organizzatori vogliono che sia completa. «Chiunque può scaricare il percorso della Trasversale da telefonino, tablet e pc; inoltre noi, durante il cammino, – dice ancora De Caro – abbiamo attaccato più di 3000 adesivi che indicano la direzione di Kamarina e Mozia. Dunque, la Trasversale si può percorrere anche senza mappa, ma è sempre meglio scaricarla. Quanto all’accoglienza è ovvio che vada migliorata ulteriormente, ma siamo a buon punto. Comuni come Palazzolo Acreide, ad esempio, non hanno ancora un piano per i bed and breakfast e hanno ovviato firmando un protocollo d’intesa direttamente con noi per i pellegrini che potranno contattare un numero del Comune e, presentando la credenziale dell’Antica Trasversale Sicula, usufruiranno di tutti i servizi necessari a prezzi modici».
Altro tasto dolente, ma per questo solo la Trasversale non basta, è il gravissimo dissesto idrogeologico. «Nelle strade dell’Ennese soprattutto ma un po’ ovunque – conclude De Caro – abbiamo trovato un disastro, tanto che abbiamo dovuto cambiare percorso più volte e strade che c’erano l’anno scorso ed erano mappate ora sono inesistenti. Cè una Sicilia che sta crollando, e abbiamo segnalato tutto ai Comuni. Speriamo che si attivino e risolvano, non solo per rimanere all’interno della Trasversale ma per il benessere della Sicilia tutta».