A distanza di quasi una settimana dall'iniziativa delle calze neofasciste, il sindaco Cosentino e i suoi sostenitori tornano sulla vicenda per provare ad affrontare le polemiche. «Siamo operatori di pace e del dialogo, condanniamo ogni totalitarismo»
Trappeto, maggioranza comunale scarica Forza Nuova Ma attacca la stampa: «Alla ricerca di un finto scoop»
In un famoso episodio di Happy Days il celebre Fonzie, l’orgoglioso bellimbusto del telefilm Usa, non riesce a dire “ho sbagliato”. Ci prova, ma quando sta per arrivare a quelle due fatidiche parole gli sale su una sorta di nausea. Il massimo che riesce a pronunciare è un più mite “non giusto”. E’ la scena che viene in mente dopo la lettura del comunicato del gruppo di maggioranza Noi per Trappeto, che ha portato alla vittoria elettorale del sindaco Santo Cosentino.
In poco più di una pagina il primo cittadino e i suoi sostenitori, da una settimana sotto l’occhio del ciclone per aver appoggiato un’iniziativa del gruppo locale di Forza Nuova (e non è la prima volta), condannano «ogni azione che auspichi il ritorno di qualsiasi movimento totalitarista», scaricano i neofascisti della cittadina palermitana («non essendo tra gli organizzatori ci risultavano sconosciute le modalità») e annunciano che d’ora in avanti «non saranno autorizzate manifestazioni di volontariato di qualsiasi genere che abbiano dietro una finalità di propaganda riconducibile a un partito politico».
Riconoscono l’errore, insomma, ma non chiedono scusa. E così le 100 calze nere donate ai bambini da parte dei militanti di FN, con tanto di logo, evaporano dal comunicato (non sono mai citate) firmato dall’intera giunta, dal presidente del consiglio comunale Salvatore Orlando e dai consiglieri di maggioranza. Tutti precisano di far parte di «una lista civica improntata al civismo e di essere lontanissima ideologicamente (in maiuscolo e sottolineato, ndr) dal gruppo politico denominato Forza Nuova».
La coda del comunicato, dopo aver ribadito di essere «operatori di pace e del dialogo» con un appello al «bene comune», è però velenosa. A partire dal riferimento a «una certa stampa locale» che avrebbe cercato di «ledere l’immagine del nostro gruppo di maggioranza e conseguentemente di tutta la comunità trappetese». Per poi dare una lezione di etica a chi ha scritto della vicenda – arrivata pure a livello nazionale con, tra gli altri, Il Fatto Quotidiano, Open e il magazine della comunità ebraica di Roma.
«La ricerca dello scoop a tutti i costi (o per meglio dire del finto scoop) – si legge ancora nel comunicato della lista Noi per Trappeto – è lontana da quell’idea di giornalismo “autentico” volto ad assicurare ai cittadini un’informazione qualificata e caratterizzata da obiettività, imparzialità, completezza e correttezza».