Trapani, rissa con spranghe nel carcere San Giuliano All’origine dell’aggressione rivalità tra gruppi diversi

Si sono affrontati armati di spranghe e bastoni. Protagonisti dell’episodio di violenza, un gruppo di detenuti all’interno del carcere di San Giuliano a Trapani. A scongiurare il peggio, il tempestivo intervento degli agenti della polizia penitenziaria che sono riusciti a placare gli animi. Alla base della maxi rissa, la rivalità tra gruppi di origine nigeriana e tunisina. Alcuni detenuti sono stati costretti a ricorrere alle cure del pronto soccorso dell’ospedale Sant’Antonio Abate. Altri, sono stati medicati all’interno dell’infermeria della casa circondariale. 

«L’amministrazione penitenziaria adotti con tempestività urgenti provvedimenti – scrive in una nota il segretario generale del sindacato autonomo di polizia penitenziaria Donato Capece – a cominciare dall’assumere seri provvedimenti disciplinari e penali verso i detenuti responsabili dei gravi fatti accaduti nel carcere». Il sindacalista ricorda inoltre che nel 2016 all’interno della casa circondariale di Trapani si sono verificati «37 atti di autolesionismo, un tentato suicidio sventato in tempo dalla polizia penitenziaria, 70 colluttazioni e 17 ferimenti». 

Capece prosegue poi sottolineando che «da quando sono stati introdotti nelle carceri vigilanza dinamica e regime penitenziario aperto sono duplicati gli eventi critici in carcere. È solamente grazie ai poliziotti penitenziari se le carceri reggono alle costanti criticità penitenziarie». Il sindacalista chiude con un’aspra critica nei confronti del capo del dipartimento dell’amministrazione penitenziaria Santi Consolo: «La priorità per il capo del Dap – conclude Capece – è la ridenominazione delle parole in uso nelle carceri, non soluzioni concrete alle aggressioni». 


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