Trapani, la riserva naturale di Monte Cofano Gioiello nascosto attende i servizi promessi

Piante come la palma nana, l’erica siciliana e il cavolo della roccia. Animali come il falco Pellegrino o l’aquila del Bonelli. E ancora il cosiddetto marciapiede a vermetidi, una forma di sedimentazione di natura biologica opera dei molluschi marini. Sono alcune delle tipicità che è possibile incontrare nella riserva naturale orientata di monte Cofano, vicino Trapani. All’ombra del massiccio calcareo di Pizzo Cofano che domina la scena con i suoi quasi 700 metri di altezza. Sito di interesse comunitario e zona di protezione speciale, la riserva è gestita dall’azienda foreste demaniali e si estende nel territorio del Comune di Custonaci, uno dei bacini d’estrazione marmifera più importanti d’Europa. Basterebbe questo a rendere l’intera area naturalistica appetibile dal punto di vista turistico, ma finora il sito è rimasto ai margini dei grandi flussi di visitatori, stretto all’ombra delle più rinomate riserve dello Zingaro o delle saline di Trapani. E orfano di servizi, almeno finora. Situazione che nei prossimi mesi potrebbe cambiare, complice il decreto regionale che impone lo sbigliettamento nei siti naturalistici dell’Isola.

Nuova linfa vitale per lo sviluppo e la fruibilità di monte Cofano potrebbe arrivare dall’inserimento tra le candidature internazionali a riserva della Biosfera. L’idea – promossa da pubblico e privato insieme, e cioè il Comune di San Vito lo Capo e l’associazione Acqueruci onlus – è quella di candidare l’intera zona al progetto Unesco L’uomo e la biosfera con la finalità di conservazione e protezione dell’ambiente e delle biodiversità. A comporre l’area da tutelare, insieme alla riserva di monte Cofano, sarebbero la vicina riserva dello Zingaro e i Comuni di San Vito lo Capo, Erice, Castellammare del Golfo e l’Agroericino.

Ma non solo natura. Nel sito d’interesse comunitario, oltre alle bellezze paesaggistiche e naturalistiche, ci sono altre attrattive. Tra tutte, le cavità naturali di origine antichissima, come la grotta del crocifisso, così chiamata perché posta appena sopra il sito dove è costruita una piccola cappella sede di pellegrinaggi estivi durante i festeggiamenti della Madonna di Custonaci, patrona dell’Agroericino. O ancora gli antichi manufatti del 1400 come la torre della tonnara di Cofano – unica nel suo genere in Sicilia occidentale per la sua forma quadrata ad angoli concavi – oppure la torre di San Giovanni, vecchio luogo di guardia. Oggi la prima è adibita d’estate a luogo d’accoglienza, mentre la seconda è chiusa al pubblico.

Un piccolo mistero ha inoltre alimentato il dibattito culturale sul sito. Ipotesi storiche avrebbero portato a identificare su uno dei versanti del monte Cofano i resti della antica città di Eraclea di Sicilia. Per Maurizio Vento, docente, giornalista e direttore della rivista Arkeomania, si tratta di una «ipotesi che troverebbe conferma nelle indicazioni geografiche degli storici greci e nella tipologia di cocci ceramici rinvenuti – spiega – La piattaforma di una cisterna, una scalinata intagliata nella roccia, una porta angolare, terrapieni, la base di un’ara». Un dibattito che resta ancora oggi aperto.

Al momento la riserva, al netto dell’assenza di servizi ai visitatori, rimane a fruizione gratuita tutto l’anno. Ma il recente decreto regionale che prevede il pagamento di un biglietto di ingresso per le aree naturali nell’Isola interessa pure monte Cofano. A questo proposito Caterina Mione, dirigente dell’azienda foreste demaniali che si occupa della gestione delle risorse naturalistiche per la provincia di Trapani, conferma che al momento lo sbigliettamento non è ancora partito. «Ma entro qualche mese entrerà a regime, anche grazie a un progetto per lo sviluppo di una serie di servizi per l’area della riserva – anticipa – Come aree di sosta, zone attrezzate e una postazione di birdwathcing». 


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