Trapani, in molti ora chiedono il rinvio delle elezioni Lantieri: «Non lo decide la Regione, ma il ministero»

«Ho parlato poco fa col presidente Crocetta, gli ho manifestato il disagio di una città. L’ipotesi rinvio del voto è oggettivamente in campo. Ma il rischio è di fare cadere Trapani ulteriormente nella palude con un lungo commissariamento». È secca, a poche ore dalla bufera politico-giudiziaria che si è abbattuta questa mattina, la nota pubblicata dal deputato regionale Nino Oddo sui social network. Tanti i commenti al post, scritto probabilmente nel tentativo di rispondere ai numerosi interrogativi che aleggiano sulla città in cui, in meno di 24 ore, due candidati a sindaco sono stati raggiunti da provvedimenti giudiziari.

La richiesta di rinvio delle elezioni arriva da più fronti. Da Nello Musumeci fino a Gianfranco Miccichè. E sembra che anche dalle parti dell’assessorato agli Enti Locali sia giunta quantomeno la richiesta di chiarimenti rispetto allo svolgimento della competizione elettorale. Ma l’assessora al ramo Maria Luisa Lantieri non ha dubbi: «Il legislatore – ammette a Meridionews non dà strumenti all’assessorato per rinviare le elezioni, nonostante il terremoto politico che si è abbattuto sulla campagna elettorale di Trapani». E assicura che «gli uffici stanno comunque lavorando per capire cosa si possa fare». Nel tentativo di fare chiarezza, tra l’altro, l’assessora starebbe in queste ore tentando di mettersi in contatto col ministero degli Interni. Anche secondo il governatore Rosario Crocetta «non rientra tra le prerogative della Regione la possibilità di rinviare le elezioni per problemi giudiziari. Tale facoltà può essere esercitata soltanto dal Ministero dell’Interno, in particolare per problematiche connesse a condizionamenti mafiosi».

Insomma, nonostante le rassicurazioni mattutine di Oddo, non sembra così lineare il percorso verso un rinvio delle elezioni, anzi. Al punto che Oddo torna online sull’argomento con un nuovo post in cui ammette che Lantieri lo ha informato sui contatti in corso col prefetto e col ministero. «Situazione delicata e senza precedenti – prosegue Oddo -. Non vi sono i presupposti giuridici per un rinvio del voto. Il Comune non è inquinato da infiltrazioni mafiose. La città è sana. Secondo me – conclude – pur in condizioni difficili la democrazia a Trapani deve fare il suo corso». 

Ma ad entrare a gamba tesa nel dibattito è invece il commissario forzista Gianfranco Micciché, secondo il quale «il dato preoccupante è che è venuto meno il rapporto di collaborazione tra i poteri dello Stato. Ieri è stata la volta di un senatore, oggi di un deputato regionale. Sono due rappresentanti del potere legislativo. Io – continua – non credo che si arrivi a un provvedimento di obbligo di dimora e a un arresto dall’oggi al domani e le liste sono state presentate appena due giorni fa. Se il potere giudiziario sapeva, perché non ha avvisato gli avvocati dei due di ritirarsi dalla competizione elettorale? È legittimo che si aprano dei dubbi? È stato fatto per favorire un altro candidato? Non voglio entrare nel merito delle questioni, anche se – va avanti Miccichè – ci tengo a sottolineare che trovo incomprensibile la vicenda di D’Alì e che potrei giurare che Fazio è una persona perbene. Il mio non è un attacco, ma una preoccupazione perché laddove viene meno la collaborazione tra poteri dello Stato fioriscono quei focolai che portano alle guerre civili».

Dello stesso avviso anche Nello Musumeci. «Procedere a carico di candidati il giorno dopo la formale presentazione delle liste, e quindi nel massimo della loro esposizione mediatica, non contribuisce in maniera inesorabile a delegittimare le istituzioni? Non si può ottenere lo stesso risultato – chiede il leader di Diventerà bellissima – senza creare smarrimento e turbamento nel corpo elettorale, chiamato a scegliere i propri rappresentanti? A Trapani – sottolinea ancora Musumeci – vanno assicurate elezioni democratiche, con tutte le forze politiche nella pari condizione di affrontare il confronto davanti al giudizio degli elettori. Per questa ragione chiedo al presidente della Regione di adottare un provvedimento urgente, con le eventuali e necessarie deliberazioni dell’Ars, per consentire di celebrare le elezioni amministrative in un clima sereno. Peraltro, assieme ai due candidati sindaci interessati, sono presenti dieci liste di candidati al consiglio comunale che rischiano – conclude Musumeci – di vedersi espropriati del diritto di rappresentare i propri elettori».


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