Sotto la lente d'ingrandimento la realizzazione di discariche abusive e la gestione non autorizzata dei siti. Contestati pure i reati di abuso d'ufficio e corruzione. L'inchiesta, affidata ai carabinieri, è coordinata dalla procura di Messina
Traffico illecito di rifiuti, sequestrati due impianti Sedici misure. Nel mirino pure funzionari pubblici
Due impianti di smaltimento e compostaggio di rifiuti a Giardini Naxos (Messina) e Ramacca (Catania) sono stati sequestrati dai carabinieri per la Tutela ambientale e del Comando provinciale di Messina nell’ambito dell’indagine che ha fatto luce su un’organizzazione criminale attiva nella Sicilia orientale e dedita a reati contro la pubblica amministrazione e in materia ambientale.
Sedici le misure cautelari, emesse dal gip di Messina su richiesta della locale Dda, in varie province della Sicilia. Le indagini hanno fatto luce su un traffico e smaltimento illecito di rifiuti speciali, anche pericolosi. Contestati a vario titolo i reati di associazione a delinquere, attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti, gestione di rifiuti non autorizzata, realizzazione di discariche abusive, invasione di terreni, deviazione di acque, falsità ideologica, falsità materiale, abuso d’ufficio e corruzione.
«Nell’impianto di Ramacca, specializzato per l’umido e il compostaggio e che parecchi anni fa era stato autorizzato, venivano conferiti rifiuti non sempre con le caratteristiche richieste. Venivano redatte carte false e ci sono casi di rifiuti tombati in cave o avvallamenti – spiega il tenente colonnello del NOE Michele Cannizzaro intervenuto in diretta durante la rassegna stampa su Radio Fantastica – RMB – In effetti l’impianto Ofelia è stato più volte raggiunto da provvedimenti dell’autorità giudiziaria ma forse questa volta siamo riusciti a dimostrare le condotte di queste società collegate da tra loro anche per stretti legami di amicizia. L’operazione è scattata dopo il controllo di un piccolo impianto nei pressi di Giardini Naxos, abbiamo scoperto che le autorizzazioni concesse non poteva essere rilasciate in un’area agricola. Successivamente abbiamo scoperto compiacenze, anche tramite colloqui intercettati, scoprendo un buon livello di corruzione nella pubblica amministrazione».