Towfish, Unict per la tutela marittima Progetto Ue per salvare il canale di Malta

Analizzare l’acqua del mare del canale tra Malta e la Sicilia, in particolare nelle aree protette marine del Plemmirio di Siracusa, isole Pelagie e di Malta con lo scopo di prevenire i rischi legati ai territori costieri e ai mari. È questo Biodiversity and sustainable development in the strait of Sicily, che fa parte dei progetti europei strategici Italia-Malta 2007-2013 e che vede in prima linea l’Università degli studi di Catania. In particolare, è l’unità di ricerca del dipartimento di Ingegneria Industriale-Meccanica applicata alle macchine coordinata dal docente Rosario Sinatra e composta anche dal professore Michele Lacagnina e dai ricercatori Alessandro Cammarata e Gabriele Fichera ad occuparsi del progetto di tutela ambientale. Ma l’ateneo catanese è solo uno dei partner del programma guidato dalla sezione di Siracusa dell’Arpa Sicilia e che si concluderà nel gennaio del 2015. Tra gli altri coinvolti le aree marine protette Plemmirio di Siracusa e isole Pelagie di Lampedusa, l’Ispra – Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale -, Green Life, l’università di Malta e Gal Xlokk.

E per lo scopo è in corso di sviluppo un towfish, un veicolo rimorchiato subacqueo super accessoriato. Sarà, infatti, «dotato di una fotocamera per medusa, di una fotocamera vpr e di un strobo-luce per il rilevamento di plancton, di un sensore Cdt (conducibilità, profondità, temperatura), di un sensore di nitrati e di un sensore di idrocarburi», spiegano dall’università. «Quattro attuatori – aggiungono – muovono le ali principali, il timone e lo stabilizzatore di poppa del towfish».

Monitoraggio, prevenzione e riduzione dell’inquinamento aria-acqua nel canale di Malta sono quindi gli obiettivi principali. E particolare attenzione sarà dedicata a mitigare i rischi legati al trasporto marittimo nelle sue componenti commerciale, turistica, di pesca, con particolare attenzione al trasporto marittimo di sostanze pericolose e nocive. Diversi, infatti, i dati che si ricaveranno dall’ispezione del towfish: dall’analisi quali-quantitativa del traffico marittimo dell’area e conseguente stima dei costi generati sull’ambiente marino e costiero, passando dalla stima del potenziale inquinante del traffico marittimo e la verifica dei sistemi di monitoraggio dell’inquinamento marino, all’elaborazione di un protocollo standard comune per il monitoraggio degli effetti, di tecnologie integrate di supporto nonché di una piattaforma informatizzata di gestione.

Con tali dati, quindi, si vogliono «creare strumenti operativi a supporto di amministratori locali e operatori del traffico marittimo», ma non solo. «Tra le finalità anche una gestione più equilibrata e consapevole del traffico marittimo in ottemperanza a quanto previsto dalle convenzioni internazionali, dalle direttive comunitarie e dalle rispettive normative nazionali italiane e maltesi per conciliare, quindi, gli interessi di un funzionamento fluido del trasporto marittimo con la tutela dell’ambiente», si legge ancora nel comunicato.


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