L’eroe di un’estate indimenticabile. Schillaci e poi tutti gli altri siciliani nella Nazionale di calcio

Simbolo, eroe, leggenda. In queste ore è difficile trovare le parole giuste per descrivere cos’è stato Totò Schillaci per il mondo del calcio. Emblema delle Notti magiche del mondiale di Italia ’90, ma anche modello – almeno per una generazione di calciatori – di chi partendo dalla Sicilia è riuscito a conquistare i palcoscenici più blasonati del calcio: Messina, Juventus, Inter e infine la parentesi in Giappone. Ma anche il secondo posto nell’edizione 1990 del Pallone d’oro e il titolo di capocannoniere nel mondiale di casa. Impresa, quest’ultima, riuscita soltanto a Schillaci e a Paolo Rossi nella Coppa del mondo del 1982 in Spagna. Schillaci è partito dal quartiere Cep, zona difficile di Palermo, da cui è difficile evadere.

Ma Schillaci non è stato l’unico calciatore siciliano a vestire la maglia della Nazionale italiana. In questo particolare elenco c’è anche il catanese Pietro Anastasi, nato nella zona del Fortino. Venticinque presenze con l’Italia, otto goal e la vittoria degli Europei del 1968, competizione che lo vide esordire nel pareggio per 1-1 contro l’allora Jugoslavia. Simbolo della Juventus – 205 presenze e 78 goal – ma anche di tanti emigrati al Nord. Un ragazzo di Sicilia andato a cercare fortuna nel lontano Piemonte. Più recente – giugno 2009 – l’esordio in Nazionale di un giocatore tesserato per il Catania. Si tratta di Giuseppe Mascara, nato a Caltagirone ma cresciuto in provincia di Ragusa. Mascara ha raccolto un solo gettone nella Nazionale maggiore – nell’amichevole vinta per 3-0 contro l’Irlanda del Nord – ma è stato per diverse stagioni protagonista in serie A con la maglia del Calcio Catania. Indimenticabile il goal da centrocampo contro il Palermo, allo stadio Renzo Barbera. Ma anche quelli contro l’Inter: dal cucchiaio su rigore nella vittoria per 3-1 contro la squadra allenata da Josè Mourinho, poi vincitrice dello storico triplete, fino al goal da fuori area a San Siro.

Dalla provincia di Catania alla Nazionale – 17 presenze – con in mezzo tanti rimpianti per quello che poteva essere e non è stato. Può essere riassunta così la carriera di Francesco Coco, terzino originario di Paternò. Ha vestito le maglie di Milan, Barcellona e Inter. Con l’Italia ha partecipato alla sfortunata spedizione ai mondiali del 2002 in Corea e Giappone. Nel 2018 ha inaugurato una scuola calcio. Una presenza in Nazionale, invece, per il terzino Alessandro Parisi. Nato a Palermo, deve le sue fortune ad alcune brillanti stagioni disputate a Messina, contribuendo in modo decisivo alla promozione della squadra in Serie A dopo un’assenza durata 39 anni. A volerlo con la casacca azzurra è stato l’ex commissario tecnico Marcello Lippi, che lo fece esordire in amichevole contro la Finlandia. Sono cinque invece le presenze collezionate con l’Italia da Gaetano D’Agostino, palermitano cresciuto nel quartiere Sperone. Centrocampista dai piedi buoni, tanto che si vociferò pure di un suo possibile passaggio al Real Madrid nel 2009, mentre era un tesserato dell’Udinese. In Serie A D’Agostino ha collezionato 237 presenze con 28 goal e 36 assist.

Simbolo di un calcio che non esiste più è invece Giuseppe Furino. Ex centrocampista palermitano classe 1946 e tre presenze in Nazionale. Restò pochi mesi a Palermo prima di trasferirsi fuori regione. La sua carriera, così come quella di Schillaci e di Anastasi, è legata alla Juventus. Con i bianconeri Furino giocò 361 partite, mentre con l’Italia prese parte ai mondiali di Messico 1970; competizione in cui gli azzurri persero la finale contro il Brasile di un certo Pelè. Furino, allora 23enne, giocò 46 minuti contro l’Uruguay. Gli altri due gettoni contro Turchia e Bulgaria, rispettivamente nel torneo di qualificazione mondiale e in amichevole. Trentasei presenze e 14 goal in Nazionale per il palermitano, classe 1990, Mario Balotelli. L’esordio nella sconfitta contro la Costa d’Avorio, risalente al 2010, mentre l’ultima partita otto anni dopo contro la Polonia. In mezzo lo splendido Europeo del 2012, perso in finale per 4-0 contro la Spagna. Balotelli termina la competizione con tre reti e la UEFA lo inserisce nella lista dei migliori giocatori dell’edizione.


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