Una telenovela con tanto di colpi di scena, cambi di rotta, questioni d’onore e dal finale a sorpresa. Sul destino dei voti di Totò Cuffaro per le Europee si potrebbe persino girare una mini serie Netflix. Rimasto fuori dai giochi per il repentino cambio di programma di Forza Italia, che per bocca del presidente della Regione Renato Schifani si era inizialmente proposta di ospitare nelle proprie liste i candidati della Democrazia Cristiana, l’ex governatore non è riuscito a mettere in piedi una lista propria per concorrere in solitaria alle elezioni Europee di giugno. Fatale è stata la convention di Taormina del partito di Berlusconi, dove il reggente, Antonio Tajani, aveva tuonato: «Non siamo un autobus», estromettendo di fatto i democristiani e mettendo su piazza un patrimonio da oltre duecentomila voti, quelli stimati al partito di Cuffaro.
Dietro alla decisione di Tajani anche il tentativo di rebranding di Forza Italia, che presenta come capolista nelle isole Caterina Chinnici, bandiera dell’antimafia che sarebbe oltremodo andata in contrasto con la presenza, seppure in seconda linea, di un condannato. Cuffaro comunque ha incassato il colpo senza reazioni plateali, cercando comunque sotto traccia di trovare un accordo. E c’era anche quasi riuscito con Matteo Renzi, ma l’intesa alla fine è sfumata. «I nostri voti finiranno comunque nel Centrodestra», aveva detto Cuffaro, che non ha risparmiato però ai compagni di coalizione la frecciatina dello «spregio nei confronti del principio di espiazione della pena». E alla fine, quando tutto dall’esterno sembrava ormai perduto, ecco il colpo: i voti della Dc andranno a Forza Italia.
Proprio così. Ieri sera i vertici nazionali della Democrazia cristiana hanno chiuso l’accordo per una confederazione con Noi moderati dell’ex ministro Lupi, partito che esprime i suoi candidati proprio nella lista degli azzurri. E stamattina è già stato annunciato il matrimonio, con il sostegno dei cuffariani a Massimo Dell’Utri, candidato in quota Noi moderati per la circoscrizione delle Isole nella lista di Forza Italia. Con buona pace di Chinnici e Tajani e segnando così anche una piccola vittoria interna al partito per Renato Schifani. Curioso sarà adesso vedere come questo accordo influirà sul prossimo rimpasto nella giunta regionale, dove la Dc ha al momento due assessori. Un rimpasto atteso dopo le elezioni e che non potrà non tenere conto del responso delle urne.
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