Mentre palermo è sommersa dai rifiuti il consiglio comunale della città, con un impegno degno di miglior, discute da giorni sul come far sparire il verde pubblico, il verde agricolo e il verde storico (incubi cianciminiani che a volte ritornano
Togliere limmondizia? No, grazie, meglio ‘fare operazioni’ sui nuovi centri commerciali
Mentre Palermo è sommersa dai rifiuti il Consiglio comunale della città, con un impegno degno di miglior, discute da giorni sul come far sparire il verde pubblico, il verde agricolo e il verde storico (incubi cianciminiani che a volte ritornano ) e, soprattutto, come, dove e quando realizzare altri centri commerciali.
In fondo, a Palermo, tranne brevi pause, la politica non è mai stata un ideale, ma un grande affare. Era così quando, sotto il segno del Compromesso storico, Dc e Pci firmavano gli accordi di fine legislatura e i Patti per lunità autonomista (e appalti zia). Ed è così anche oggi che Pd e Pdl si incontrano a Roma, alla Regione e, quindi, anche a Palermo.
Di scena ci sono i Prusst nulla a che vedere, come abbiamo più volte scritto, con la Ricerca del tempo perduto del grande scrittore francese e molto a che vedere con il cemento: argomento sempre di mossa a Palazzo delle Aquile, dove il Dottor Professor Vito Ciancimino ha insegnato per tanti anni questa disciplina.
Certo, cè qualcuno che non mastica né il cemento, né i centri commerciali: e allora il Consiglio comunale, con grande eleganza, prepara un bel manifesto per dire: “Un consiglio comunale nelle mani di Nadia Spallitta. Nadia Spallitta – ma non è lunica, in verità, forse è la più esposta – prima ha mandato allaria la cementificazione del verde e, adesso, ricorda che i Prusst, una sessantina di appalti con soldi pubblici e privati per cemento e nuovi centri commerciali, sono farine del sacco dellex Sindaco, Diego Cammarata.
Un nome e un cognome che gli esponenti del Pd e di Italia dei Valori non vogliono nemmeno sentir nominare. Si sa come vanno queste cose: le schifezze, se cè da guadagnare, si fanno: ma in silenzio, di nascosto, senza schiumazza: tanto a te, tanto a me e poi torniamo a fare i moralisti, come faceva la sinistra cittadina ai tempi del Conte Arturo Cassina, allora re degli appalti di Palermo: il Conte era cattivo, oddio quanto era cattivo: ma se, sottobanco, si faceva qualche operazione
Poi arriva Nadia Spallitta e gli dice: I Prusst Ma li voleva Cammarata. Apriti cielo! Tutti a stracciarsi le vesti: tutti a imprecare: tutti a chiosare: Ma come: un piccolo Prusst, con un po di cemento sul verde che male fa? E un piccolo ma sincero centro commerciale, anche se tre o quattro hanno già chiuso i battenti perché ce nè troppi Via, noi chiudiamo loperazione, incassiamo il plauso politico, ovviamente (avevate già pensato male, ammettetelo ), e poi, come si dice in Sicilia, cu futti futti e Dio perdona a tutti
Poi arriva sta Nadia Spallitta, sta metti casino, sta sconza gioco e i consiglieri comunali della sinistra, che a Sala delle Lapidi aveva detto no tanto per dire (ni e poi sì), sono costretti ad aggiornare il canovaccio pregoldoniano per salvare la faccia.
Veramente monella, questa Nadia Spalitta, che costringe i galantuomini (e le altrettanto galanti donne) della Commissione Urbanistica del Comun, a trasformare il “ni in no per salvare la faccia