Tibor Fischer conferma il suo tagliente talento, con questa raccolta di racconti
Tibor Fischer: Adoro essere uccisa
(traduzione di Luca Scarlini, Fazi editore)
Tibor Fischer conferma il suo tagliente talento, con questa raccolta di racconti. Il titolo è quello del primo racconto, il più lungo. Peccato. Il titolo originale sarebbe stato molto più efficace. Condensa in una sola riga tutto il senso dell’ironia amara e graffiante di Fischer: Don’t Read This Book If You Are Stupid.
Quelle storie parlano di tutti noi, ciascuno con le proprie idiosincrasie, ciascuno con i propri dubbi, problemi, rimorsi, rimpianti e pensieri strani. I pazzi non sono gli strani tipi che immancabilmente i protagonisti incontrano per le strade di Londra. Quelli sono bizzarri, forse. I pazzi siamo noi, pazzi e stupidi, risucchiati come marionette guidate dal caos in questo mondo turbinante. La protagonista vera è la città impazzita che impone ai suoi abitanti i propri ritmi, le proprie leggi. E così ogni storia si intreccia ad un’altra, ogni storia può essere la storia di chiunque. Ma non è mai, in Fischer, una storia qualunque. Il suo modo di raccontare è unico, originale, penetrante.
È lo stile il protagonista dei libri di Fischer. Le storie sono interessanti, a volte. Altre volte no. Dal pericoloso mangiatore di libri che vive nelle biblioteche pubbliche al trentenne già fallito nel roboante mondo della new economy che si ingegna a sedurre una donna solo per non dormire sul divano in vacanza, passando per un geniale ritratto dell’artista come un ringhioso spacciatore di morte. Il successo arriva solo quando ci si inventa una identità finta e interessante per gli altri. Ma si tratta solo dell’attenzione degli altri, senza valore.