“Ti piace Hitchcock?” Argento in vena citazionista

Titolo: Ti piace Hitchcock? Regia, soggetto e sceneggiatura: Dario Argento. Fotografia: Frederic Fasano. Musica: Pino Donaggio. Montaggio: Walter Fasano. Interpreti: Elio Germano, Chiara Conti, Elisabetta Rocchetti, Cristina Brondo. Produzione: Rai trade in collaborazione con Rai fiction. Origine: Italia 2005. Durata: 95’.

Opera completamente dedicata alle citazioni quest’ultima del maestro italiano del brivido Dario Argento. Dall’impressionismo tedesco sino ad Hitchcock, tutto ciò che da sempre rappresenta un punto di ispirazione per l’autore di “Profondo Rosso” condensato in un’unica “pellicola-omaggio”. Questo è in pratica “Ti piace Hitchcock?”.

La tendenza smodata alla citazione è già lapalissiana nella struttura dell’intreccio: Giulio, giovane studente di cinema, ama spiare i suoi vicini dalla finestra di casa. Oggetto particolare delle sue attenzioni è la bella Sasha dell’appartamento di fronte, la quale spesso litiga con la madre. Quando quest’ultima una notte viene brutalmente assassinata (in perfetto stile grangugnolesco argentiano), Giulio inizia ad indagare, convinto che le autrici del delitto siano la figlia della vittima insieme ad una sua recente amica, Federica, ispirate dalla visione comune del capolavoro del maestro inglese del brivido “Delitto per delitto”.
Non certamente l’opera migliore di Argento, il quale per la verità sembra avere ormai da tempo perso il suo magico tocco per il cinema horror. La pellicola è praticamente un’unica, immensa citazione di ciò che al bravo Dario del cinema piace. Proveremo ad elencare quanti siano i film presenti in omaggio dentro “Ti piace Hitchcock?”: “La finestra sul cortile”, “Delitto per delitto” (ovviamente), “La donna che visse due volte”, “Il delitto perfetto”, “Notorius”, “Psycho”, “Intrigo internazionale” e tutto il cinema impressionista tedesco degli anni venti-trenta da Fritz Lang a Murnau. E badate bene, non semplici mimetizzate citazioni tra lo scorrere del narrato, bensì sequenze su sequenze ricostruite sul calco delle pellicole originali.
Oltre alla scarsa originalità, aggrava il giudizio sulla pellicola  la recitazione molto poco ispirata di tutto il giovane cast a cui certamente non ha giovato la scelta della lingua inglese per i dialoghi (alla base di questa decisione certamente i soliti ovvi motivi commerciali) ed il conseguente ridoppiaggio in italiano per “bocca” degli stessi attori protagonisti, i quali, per inciso, erano con evidenza molto poco abituati a questo tipo di performance in “differita”. Non si capisce inoltre perché non si sia curato con maggiore attenzione un sonoro (dialoghi compresi) in perenne fuori sincrono in stile “Ghezzi-Fuori Orario”.
Come si è detto non sicuramente il film per cui Dario Argento verrà ricordato questo “Ti piace Hitchcock?”, ma comunque, vista la sua futura collocazione televisiva, molto meglio di ciò che solitamente si vede sul piccolo schermo, da “Incantesimo 7” a “ Padre Pio”.

fonte www.nonsolocinema.com


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