Cresce la polemica sulle modalità della mega prova. Nove quesiti uguali a quelli contenuti in alcuni manuali di simulazione mentre la domanda 16 è stata abbonata a tutti perché soltanto dopo il Miur si è reso conto che aveva più risposte esatte: «Danneggiato chi ha risposto bene», spiega l'avvocato Massimo Ferrante
Test Medicina 2016, decine di ricorsi da Catania «Domande identiche a quelle di alcuni manuali»
Nove domande identiche a quelle di alcuni manuali e una, la numero 16, che aveva più risposte corrette. Sono questi i due nodi principali che stanno convincendo decine di studenti di Catania e provincia a proporre ricorso contro l’esito del test per l’accesso alla facoltà di Medicina dell’università etnea. La prova, sostenuta da oltre 2500 persone, si è tenuta nei locali del centro fieristico le Ciminiere il 6 settembre scorso. Dopo la pubblicazione delle graduatorie, avvenuta a inizio ottobre, c’è però il rischio concreto che tutto venga falsato. Uno scenario che si era già verificato lo scorso con un maxi ricorso di 500 studenti. Su Facebook in molti stanno facendo passa parola usando l’hashtag #ituoidiritticontano.
Il ministero per la scelta delle domande ha dato incarico a una società esterna. Successivamente i quesiti sono stati controllati da una commissione di validazione. Un doppio passaggio che però non è servito a evitare che nove domande risultassero identiche a quelle di alcuni manuali in commercio. Testi che vengono utilizzati dai candidati per simulare la prova e cercare di prepararsi al meglio. I quesiti, stando a quanto disposto dalla legge e contrariamente rispetto al passato, possono non essere «originali e autentici». Una dicitura che è stata tolta lasciando tutto alla libera interpretazione di chi redige le domande.
C’è poi la questione della domanda numero 16, per la quale ci sarebbe stata più di una risposta corretta. Dopo che molti candidati si sono lamentati il Miur ha deciso di valutare come esatte tutte le risposte date. Per le quali è stato attribuito un punteggio di 1,5, come già avvenuto con i test di Veterinaria dello scorso anno, quando due risposte erano state assegnate come positive per tutti i candidati. Chi ha deciso di ricorrere al tribunale amministrativo del Lazio si sente comunque danneggiato, come spiega l’avvocato etneo Massimo Ferrante dell’associazione Difesa e Giustizia: «Il danno è per coloro che hanno risposto correttamente perché si sono visti assegnare lo stesso punteggio dei candidati che pur avendo dato una risposta sbagliata e alla fine hanno ottenuto lo stesso punteggio».