Una lite degenerata a causa di un posto auto. Questi i contorni della vicenda che avrebbero visto fronteggiarsi una donna che vive e lavora in Romagna e il proprietario del suo appartamento, che l'avrebbe anche minacciata: «Denunciami e ti ammazzo, lo giuro»
«Terrona e mafiosa», terrasinese insultata a Forlì «Ho subito la più grande umiliazione della mia vita»
«Oggi ho subito la più grande umiliazione della mia vita». Inizia così lo sfogo che Ilde Cascio ha affidato ai social lo scorso 26 agosto. «Un vicino di casa mi ha aggredita e picchiata dentro il parcheggio dello stabile in cui abito. Mi ha detto che, dato che sono in affitto, non ho diritto a parcheggiare. Mi ha dato della “terrona”, “mafiosa” e mi ha urlato di tornare a casa mia sputandomi in faccia e minacciandomi», racconta ancora la donna, originaria di Terrasini. «Ho chiamato la polizia e sono andata al pronto soccorso per il referto. Spalla lussata e tendine del piede schiacciato. Cinque giorni di prognosi. Non basteranno per dimenticare».
L’accogliente Romagna, insomma, forse tanto accogliente in fondo non è. E nei meandri dei suoi condomini può ben nascondere vicini pronti a inveire in questo modo. La reazione di chi l’ha aggredita, infatti, sarebbe scattata in seguito alla discussione per il posto auto dello stabile. Secondo i proprietari dell’appartamento, in cui la donna vive con la sua famiglia, lei non avrebbe diritto di posteggiare la sua automobile nel parcheggio riservato. Diritto che invece, in quanto inquilina di quell’appartamento, le spetta. «Non hai capito che non puoi mettere la macchina qui? Noi siamo proprietari e ne possiamo mettere anche due. Morta di fame e terrona puzzolente», le avrebbero continuato a dire, insultandola. «Denunciami e ti ammazzo, lo giuro», la minaccia finale che le avrebbe addirittura rivolto l’uomo che l’ha aggredita. Dalla quale Ilde Cascio non s’è lasciata però intimorire.
Nemmeno quando la minaccia le è stata rivolta persino davanti alle forze dell’ordine a cui lei si è subito rivolta. «Davanti alla polizia mi ha detto che se lo avessi denunciato me l’avrebbe fatta pagare e loro muti», osserva con amarezza la donna, alludendo a una mancata reazione, sul momento, dei tutori cui si è rivolta per avere giustizia. «Sto abbastanza male», ha spiegato la donna agli amici che, letto il suo post su Facebook, hanno immediatamente manifestato tutta la loro solidarietà e il loro sostegno nei suoi confronti. «Mi rialzerò come sempre», rassicura poi lei, grata della vicinanza dimostrata dopo il suo racconto. «Non pensavo di dover pagare un prezzo così alto per un lavoro», scrive ancora la donna, rispondendo ai tanti commenti di solidarietà che le sono arrivati. «Ho temuto che intervenisse mio figlio, non voglio neanche pensarci – scrive sempre la donna -. Io non mi fermo. Qui sono tutti più o meno così, rozzi e incivili. Quando mi chiedono perché sono qui e non a casa mia, rispondo: “Per portare un po’ di civiltà e conoscenza tra di voi”», ironizza infine, nel tentativo di sdrammatizzare.