Terremoto, seicento le persone rimaste fuori casa Accordo con hotel. Regione chiede stato calamità

Sono seicento le persone rimaste fuori casa dopo il terremoto di magnitudo 4.8 che la notte scorsa ha colpito sei Comuni del territorio etneo (Acireale, Aci Bonaccorsi, Aci Sant’Antonio, Santa Venerina, Viagrande e Zafferana Etnea). Il dato è emerso dalle richieste presentate alla Regione Siciliana che ha redatto un convenzione con Federalberghi per poter ospitare gli sfollati in strutture alberghiere o turistico-ricettive della zona, come era stato annunciato anche durante il tavolo tecnico di questa mattina in prefettura

Numerosi anche i residenti che, pur non vivendo in case dichiarate inagibili, hanno deciso di non rientrare all’interno delle proprie abitazioni per paura di nuove scosse. Per loro la possibilità di essere ospitati nelle palestre degli istituti scolastici. C’è anche chi, per il timore degli sciacalli, ha deciso di trascorrere la notte in macchina davanti casa. Intanto il corpo forestale sta intervenendo con i propri mezzi per liberare le strade dai calcinacci caduti.

Il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, sta incontrando nella tarda serata di oggi i primi cittadini dei paesi interessati maggiormente dal sisma nella sede della protezione civile regionale a San Giovanni La Punta.

Intanto, una riunione straordinaria della giunta regionale è stata fissata per domani pomeriggio (nella sede etnea della Regione Siciliana) per dichiarare lo stato di calamità a seguito del terremoto e richiedere a Roma la dichiarazione di emergenza. Attesi per domani nelle aree colpite dal sisma anche i vicepremier Matteo Salvini – che questa mattina ha postato una foto in cui mangiava pane e nutella prima di ringraziare i vigili del fuoco al lavoro tra le macerie – e Luigi Di Maio – che interpretando erroneamente le dichiarazioni del capo della protezione civile nazionale a Skytg24 sul raffreddamento della lava e quiescenza dell’attività eruttiva aveva detto che che «la situazione pare essere più tranquilla».


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