Riceviamo e volentieri pubblichiamo una lettera aperta rivolta al presidente del movimento per l'indipendenza della sicilia, salvatore musumeci, che fa seguito alle dimissioni di un gruppo di militanti storici (da sempre impegnati nelle battaglie condotte in nome dello statuto e contro lo sfruttamento selvaggio del territorio) che hanno denunciato una gestione poco democratica del mis (ve lo abbiamo raccontato in questo articolo). A firmare la missiva è daniela giuffrida, anche lei dimissionaria. Naturalmente, saremo lieti di ospitare una eventuale replica di musumeci che non mancheremo di sollecitare.
Terremoto nel Mis, lettera aperta al presidente Musumeci
Riceviamo e volentieri pubblichiamo una lettera aperta rivolta al presidente del Movimento per l’Indipendenza della Sicilia, Salvatore Musumeci, che fa seguito alle dimissioni di un gruppo di militanti storici (da sempre impegnati nelle battaglie condotte in nome dello Statuto e contro lo sfruttamento selvaggio del territorio) che hanno denunciato una gestione poco democratica del Mis (ve lo abbiamo raccontato in questo articolo). A firmare la missiva è Daniela Giuffrida, anche lei dimissionaria. Naturalmente, saremo lieti di ospitare una eventuale replica di Musumeci che non mancheremo di sollecitare.
Presidente,
ti ricordi quando ci siamo conosciuti? E stato una vita fa ed eravamo nellatrio del Municipio di Capo DOrlando. Cera stato un incontro, una conferenza-dibattito, organizzata dal sindaco di quel paese. Io al tempo militavo ancora fra le fila di identità Mediterranea. Quella sera conobbi gente strana come certi vecchi indipendentisti che ben presto sarebbero diventati miei amici sulle pagine di un Social Network e poi, anche, nella vita reale.
Quella sera ho conosciuto il professore Costa, io non sapevo chi fosse, ma ricordo quanto fossero interessanti le cose di cui parlava
raccontava di autonomia negata, di Alta Corte e di quella parolina magica che tantissime volte ancora avrei sentito dire, che avrei gridato in corteo, sventolando una bandiera siciliana
. lo Statuto!
Poi seguirono riunioni su riunioni, si organizzava una manifestazione durante la quale avremmo sfilato in corteo
tutti i gruppi e movimenti politici diversi ma tutti con un’unica grande richiesta, un unico grande progetto: l’applicazione del nostro Statuto!
Una sera siete venuti in tantissimi a casa di mia madre (non avevamo trovato una sede più comoda per poterci incontrare) e quella sera, per la prima volta, mi trovai faccia a faccia con lei
.. la bandiera dellE.V.I.S. Quella meravigliosa bandiera a strisce gialle e rosse che aveva colorato i sogni miei di bambina.
Quanti racconti, quanti ricordi legati a quella bandiera
Ero piccolissima quando a casa di nonna arrivavano le bobine di filmini muti dello zio Sarino
Erano bobine che arrivavano dallIndocina, dallAlgeria
da quella Legione Straniera in cui lo zio era stato costretto a riparare per sfuggire alle leggi italiane contro la diserzione. Si perché avere ventanni nel 1945, arruolarsi nellE.V.I.S. e non presentarsi per prestare il servizio militare era renitenza alla leva e i carabinieri arrivavano e ti portavano dentro
e lo zio era stato anche in galera
ma era riuscito a scappare e si era arruolato nella Legione straniera
E, mamma, mi raccontava delle fughe notturne dello zio, del suo mandare amici a dare notizie di lui che vagava per le montane al seguito di Canepa prima, di Concetto Gallo poi e i colori che mi faceva vedere mia madre erano quelli che aveva respirato lo zio Sarino, il giallo dei campi di grano del cuore della Sicilia arsa dal sole e il rosso del sangue di un suo capo, morto in un agguato e portato a casa su un fazzoletto da collo
E il mistero riempiva le pause fra un racconto e laltro di mamma e la mia fantasia di bambina correva come un cavallo imbizzarrito e libero. E sognavo di briganti ingiustamente accusati, di piccole Angeline uccise e di banditi, quelli del generale Giuliano. Dopo la Legione Straniera, lo zio si era stabilito in Francia, a Montpellier, mentre il suo figlio maggiore viveva qui, a casa mia. Lo incontravo spesso lo zio, ma non amava raccontare di quel periodo vissuto per lui come una grande sconfitta
e a me restava soltanto da immaginare le mille avventure di quelluomo fra i pali di ficurinia e le dune del Sahara
Quella sera, vedere quella bandiera, toccarla e desiderare di condividerla con chi lei rappresentava, era stato un tuttuno
Lasciai Identità Mediterranea e chiesi immediatamente di entrare nel M.I.S. Io, la nipote di Saro Maravigna, avrebbe combattuto per lIndipendenza della stessa Sicilia per cui lui aveva condizionato la sua esistenza
. Io però ci sarei riuscita! Con me uomini forti e donne importanti dal carattere fermo e deciso
tutto questo per me era il M.I.S.
.fino a due giorni fa
poi….
Oggi il vecchio M.I.S. non cè più caro Presidente, e sai perché non cè più? Perché le donne e i giovani hanno preso coscienza e si sono determinati ad andare avanti a qualunque costo. Perché le donne e i giovani, hanno capito che non cè più tempo per la politica tradizionale fatta di giochi e trattative dietro porte chiuse. La gente è disperata e disincantata, vuole chiarezza e sincerità
vuole rispetto della propria identità e dei propri Diritti.
La nostra terra ha bisogno di TUTTI .e quindi va bene trattare e mediare e trovare accordi soddisfacenti, nellinteresse comune che è imprescindibile ma, NON E PIU TEMPO di inciuci o alleanze camuffate. Non è più tempo di regimi totalitari di alcun tipo, né di gestioni personali che non danno spazio alla BASE perché la base, Presidente, ha una testa che ragiona e chiede e pretende ciò che è un suo diritto il rispetto della propria idea di libertà e di indipendenza.
Il cambiamento cè ed è il frutto di una inevitabile “evoluzione” delle cose. I tempi cambiano, Presidente, le esigenze di questa terra mutano col mutare dei tempi e la voglia di un cambiamento radicale del modus operandi legato a vecchi clichè, diventa inevitabile, così come resta ” imprescindibile” l’esigenza di libertà di movimento fuori da schemi preordinati e inossidabili… che il tempo comunque deteriora e rende inservibili.
Dobbiamo muoverci, Presidente, non abbiamo bisogno di sedie a rotelle che qualcuno debba spingere o oliare, siamo gente libera, Donne e Uomini liberi e tali dobbiamo e vogliamo restare, al di là del “dolore”, della delusione e quant’altro…. E’ la nostra LIBERTA’ che dev’essere impiegata ad ottenere quella della nostra terra…. Se i primi a soccombere siamo noi, se decidiamo di lasciarci “manovrare dalle solite tattiche di partito
.. cosa potremo mai fare per la nostra terra, cosa insegneremo ai nostri figli???
IL MIS, CARO PRESIDENTE, NON E’ UNA TARGA O UN TESSERINO, IL MIS E’ L’ANIMA DI CHI VIVE PER LA NOSTRA TERRA, DI CHI “LOTTA” PER LEI E LO FA’ CON COSCIENZA E AMORE… AL DI FUORI DEI GIOCHINI DI POTERE CHE AD UN VERO INDIPENDENTISTA …NON POSSONO E NON DEVONO INTERESSARE!” …. AN.TU.DO.!
Terremoto nel Mis, monta la protesta anti Mpa
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