L'indagine, iniziata due anni fa, ha portato alla scoperta del ripetuto mancato rispetto delle norme in materia di acquisizione e forniture da parte di enti e società pubbliche. Indagati anche due imprenditori. Per tutti, è stata disposta l'applicazione del braccialetto elettronico
Rifiuti, ai domiciliari tre dirigenti di Messinambiente Pm: «Violazione sistematica del codice degli appalti»
Avrebbero violato con sistematicità il codice degli appalti, in materia di acquisizione e forniture da parte di enti e società pubbliche. È questa l’accusa rivolta dalla Procura di Messina ha rivolto a cinque persone, alcune delle quali dirigenti di Messinambiente, la società che gestisce la raccolta dei rifiuti nel capoluogo peloritano e a Taormina. Coinvolti nell’inchiesta anche alcuni imprenditori.
A finire ai domiciliari con l’applicazione del braccialetto elettronico sono stati il liquidatore dimissionario della società, Armando Di Maria, il funzionario Antonino Inferrera, il broker assicurativo Antonino Buttino e gli imprenditori Francesco Gentiluomo e Marcello De Vincenzo. Le indagini, iniziate due anni fa e coordinate dal sostituto procuratore Stefania La Rosa e dall’aggiunto Sebastiano Ardita, hanno portato alla scoperta di un sistema basato sulla violazione sistematica delle norme riguardanti il codice degli appalti.
Aggiornamento 21 ottobre 2020
Gli arresti domiciliari per Antonino Buttino sono stati revocati il 2 dicembre 2015.