Il progetto, ideato da Hryo e sostenuto da un'importante rete di associazioni, punta a riqualificare circa cinquemila metri quadrati di terreno confiscato a Cosa nostra. Marco Farina: «Un percorso a Palermo ormai troppo anchilosato, vogliamo cambiare la rotta»
Terra Franca, a Cruillas un orto sociale per i più deboli «I beni tolti alla mafia sono beni da restituire a tutti»
«Un bene tolto alla mafia è un bene di tutti, è ora di convincercene». Una certezza, questa, che Marco Farina ha fatto propria da tempo e che rappresenta adesso la base del nuovo percorso intrapreso da Hryo (Human Rights Youth Organization), la realtà nata nel 2009 per lo sviluppo di iniziative culturali e per una migliore promozione dei diritti civili. Un progetto simbolicamente intitolato Terra Franca e che punta a riqualificare e, ancor di più, a restituire alla collettività circa cinquemila metri quadrati di terreno confiscati alla mafia, a Cruillas. «Il progetto si pone degli obiettivi iniziali – racconta Farina, che di Hryo è il presidente -, intanto cercare di ridare la giusta visibilità ai principi della legge Rognoni-La Torre, circa la reale restituzione alla collettività dei beni confiscati. Perché Palermo è una città che ha assegnato tantissimi beni tolti alla mafia, però questa restituzione alla collettività è in un certo senso anchilosata, molto rallentata».
Da qui la volontà forte di lanciare quel messaggio, che i beni confiscati siano non solo tolti a padrini e boss di Cosa nostra ma che possano essere vissuti e goduti dai cittadini. «Cruillas è una zona a forte emarginalizzazione sociale – torna a dire -, quindi un altro obiettivo è quello di riuscire a coinvolgere, attraverso questo terreno, tante realtà cittadine, che magari non sono presenti sul quartiere ma che riescono in qualche modo a favorire questi processi di inclusione sociale rivolti a vari target». A sostegno di Terra Franca, che si è aggiudicata il bando di assegnazione lanciato dal Comune, c’è un’importante rete di partenariato che va da Arci Palermo al circolo Stato Brado, e ci sono ancora Maghweb, Libera Palermo, Vivere in positivo, Cinque a tutto tondo e tantissime altre associazioni. Che contribuiranno tutte, con le rispettive attività, a favorire lo sviluppo di questo progetto.
«Nello specifico ci stiamo rivolgendo a un target molto delicato, quello di giovani autistici – rivela Farina -. Quindi l’idea è quella di creare un orto sociale a favore di questi ragazzi. Insomma, ci sono delle idee in cantiere, aspettiamo di poterle concretizzare». Prima occorrerà bonificare del tutto l’intera area, rimasta in stato di abbandono per quindici anni e ridotta a discarica. «Abbiamo trovato di tutto, dai frigoriferi ai tralicci delle case. I nostri volontari stanno pulendo da giorni, ma ci serve una pulizia un po’ più consistente, aspettiamo che il Comune ci dia a breve una mano». Le associazioni lavorano già sul terreno, e non è mancato neppure un appello rivolto a tutti: chiunque, infatti, può decidere di spegnere per un giorno il computer per indossare i guanti e mettersi a zappare.
«Coinvolgeremo anche ragazzi migranti di seconda generazione – anticipa ancora Farina -. Ma tra i nostri obiettivi c’è anche quello di fornire come servizio gratuito al Comune stesso uno spazio di condivisione per la Consulta delle culture, che potrà venire qui a usufruirne in qualsiasi momento». E in cantiere c’è già la prima iniziativa e la primissima data: quella del 21 settembre, giornata in cui il terreno di Cruillas ospiterà il Festival delle culture, per «creare condivisione e un indotto sociale sullo spazio». Ma i ragazzi di Hryo hanno già lanciato anche un’altra importante iniziativa, quella dei Friday For Terra Franca: un modo divertendo per non sprecare un giorno come il venerdì, ma anzi per renderlo più produttivo che mai, durante il quale condividere i singoli passi di quel percorso che porterà a un giardino sociale destinato ai giovani con meno opportunità. «L’idea sta già dando i suoi primi frutti – conclude Farina -, in molti hanno raccolto l’invito e sono venuti a trovarci, non solo associazioni, ma anche giovani e pure qualche vecchietto».