Termini Imerese, stop dalla Regione al deposito di idrocarburi Esulta il M5s: «Costa già deturpata e territorio non coinvolto»

Uno stop che potrebbe essere definitivo. C’è il sigillo della Regione al diniego che blocca il progetto di riconversione della centrale elettrica Enel di Termini Imerese in un deposito di stoccaggio di idrocarburi. A presentare il progetto era stata la Cancascì Petroli srl. Dopo un primo nulla osta preventivo da parte dell’Irsap ad aprile 2017, l’azienda di Misilmeri ha però ottenuto una bocciatura, parziale, dal Comitato Tecnico Regionale. L’organo di recente costituzione, che si occupa di supportare le amministrazioni locali nelle valutazioni di impatto ambientale, ha dato il parere sulla fattibilità del progetto, attraverso quello che in gergo tecnico viene definito rapporto preliminare di sicurezza. Pare che sia stata richiesta una maggiore documentazione tecnica che però non sarebbe stata fornita. Il parere negativo è stato inviato per conoscenza alla Città Metropolitana di Palermo, al Comune di Termini Imerese, all’Assessorato Territorio e Ambiente, all’Assessorato Energia, all’Arpa, alla Capitaneria di Porto e all’azienda stessa. Se la Cancascì Petroli ed Enel vorranno proseguire, il progetto dovrà essere riscritto.

Una scelta per la quale esulta il pentastellato Luigi Sunseri, originario proprio di Termini e attuale deputato all’Ars. «Ad oggi è stato tutto stoppato – dice Sunseri – Noi siamo stati da sempre contrari. Come scritto nello stesso progetto, sarebbe dovuto essere un progetto co-decisionale, col coinvolgimento del territorio per aggiunte, migliorie e proposte. Cosa che invece non è stata minimamente fatta. L’intera comunità dunque ha manifestato la propria opposizione: non solo il Movimento cinque stelle ma anche il Comune, la cittadinanza, le scuole hanno organizzato manifestazioni, sono stati creati dei comitati. Quando si affronta il tema della salute di un territorio bisognerebbe andarci cauti, invece l’azienda non si è presentata in punta di piedi».

Secondo il progetto presentato nell’agosto 2017 dalla Cancascì Petroli la «riqualificazione del parco serbatoi» avrebbe previsto «la riutilizzazione delle strutture esistenti» per la realizzazione di un’area serbatoi che avrebbe dovuto funzionare da «deposito di prodotti energetici non trattati», un’area trasformazione per la «lavorazione e la bioadditivazione», un’area per la distribuzione dei prodotti finiti e un’area di approvvigionamento con il transito di «dieci navi cisterna per anno a regime», con un costo previsto di 15 milioni di euro e l’impiego temporaneo, almeno negli anni di costruzione dell’impianto, di 200 persone.

A scoprire la volontà di riconversione della centrale elettrica in un deposito costiero di idrocarburi era stato proprio Sunseri, da Bruxelles, durante la sua attività da assistente parlamentare. «Venni a sapere da parte di Enel della volontà di riconvertire 23 centrali elettriche italiane, tra cui quella della mia città – racconta l’attuale deputato all’Ars – All’inizio sembrava un fatto positivo, poi Enel gestì la vicenda in maniera non proprio chiarissima. Non si può proprio parlare di riconversione nel nostro caso, ed è un peccato perché da altre parti le centrali sono diventate musei o centri di studio di ricerca. A Termini invece si voleva realizzare un deposito costiero di idrocarburi, sfruttando il pontile antistante alla centrale per consentire l’attacco di navi petroliere. Dal punto di vista ambientale un progetto pericoloso, anche perché la nostra costa è stata già abbastanza deturpata: la società avrebbe voluto utilizzare le enormi vasche utilizzate in precedenza per l’olio esausto».

Questo stop insomma potrebbe essere la bocciatura definitiva. Anche se il sindaco di Termini Imerese Francesco Giunta invita in ogni caso alla prudenza. «È certamente un altro punto a nostro favore, a favore della comunità – dice il primo cittadino – Noi abbiamo sin da subito, già dalla gestione commissariale (a gennaio 2017 … ndr) e poi con la mia giunta che ha confermato l’atto di indirizzo comunale (a luglio dello stesso anno … ndr), espresso il nostro parere negativo sul frazionamento dello stabilimento. Noi non entravamo nel merito, ma ci dicevamo contrari alla divisione dello stabilimento, proposta da Enel, in un’area di produzione elettrica e in un’area commerciale attraverso lo stoccaggio di carburanti. Siamo certamente contenti ma è anche vero che la Regione ha aperto alla possibilità di presentare un nuovo progetto, quindi non è finita». D’altra parte è vero che c’è un ricorso pendente al Tar: nei mesi scorsi la sospensiva richiesta da Enel sul diniego da parte del Comune non è stata concessa, ma anche in questo caso la partita resta aperta. «Il tribunale dovrà dunque decidere nel merito se concedere il frazionamento dell’area – spiega ancora Giunta – A noi interessano i fatti, non le dichiarazioni di merito. Faccio comunque rilevare la linea di coerenza dell’amministrazione comunale, non ci spostiamo di un millimetro: non vogliamo nel nostro territorio questo insediamento produttivo». Resta il fatto che a Termini Imerese l’industria rimane al palo, tra la riconversione dell’ex stabilimento Fiat che non decolla e la bocciatura del progetto di Cancascì Petroli srl. «A queste condizioni attualmente non ci sono grandi prospettive – ammette Giunta -, se non arrivano alternative o altre manifestazioni di interesse sull’area».


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