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Tenuta Vasadonna premiato come miglior olio Igp d’Italia dal Gambero Rosso: «In un anno difficile un segnale importante per il territorio dell’Etna»

Miglior olio Igp d’Italia secondo il Gambero Rosso, non un riconoscimento qualunque quello portato a casa dal VinItaly dalla tenuta Valsadonna di Motta Sant’Anastasia, che già aveva archiviato in precedenza le cinque gocce al Bibenda 2024. «Per noi è importante, una vetrina che ti dà visibilità sui mercati nazionali e internazionali, specie in un’annatache non è stata facile per gli oli italiani – dice a MeridioNews Salvatore Scuderi, titolare dell’azienda – Gli oli siciliani se la sono cavata bene, c’erano i profumi e tutte le caratteristiche». Ed è già tanto in un periodo tremendo come quello che la regione sta attraversando, con la peggiore siccità vista in decine di anni.

«Ci abbiamo messo tanto per fare uscire un olio di qualità – prosegue Scuderi, che nel suo successo però vede la crescita importante che sta vivendo tutto il movimento olivicolo della zona dell’Etna – Gli oli dell’Etna stanno cominciando ad avere una certa fama a livello nazionale stimolata dai buyer, che vengono qui attratti dal vino e scoprono il nostro olio. Significa che la strada che abbiamo intrapreso è quella giusta per far conoscere questo fermento che c’è nel settore, che è paragonabile a quello che c’è stato qualche anno fa sui vini dell’Etna. E anche questo è un buon auspicio per tutti noi produttori, ci sono tanti giovani che si vanno affermando nella produzione degli oli di qualità».

Oli di qualità superiore, dal costo elevato e ricercati per la più alta cucina. «È un segmento diverso, medio alto, anche questo per noi è fondamentale approfittare di ogni momento di confronto, di crescita, si stanno creando dei gruppi dove cerchiamo di migliorarci insieme scambiandoci informazioni. Quest’anno sarà ancora peggio dell’anno scorso: la pianta dell’ulivo inizia a produrre l’anno prima. Quest’anno la preparazione non è tanta e ci apprestiamo ad avere un’annata a rischio. Anche quello diventa un momento di preoccupazione. Però siamo riusciti a mantenere la qualità elevata. Abbiamo introdotto pratiche come l’irrigazione costante, tenendo la radice sempre umida per non mandare la pianta sotto stress. In estate usiamo il cavolino, una pietra bianca, che irrorata rende le foglie bianche e non blocca la fotosintesi con il caldo e le protegge dalla mosca, che rovina la qualità. La produzione si gestisce ora. La pianta d’ulivo è molto delicata e questo è un periodo molto particolare».

Gabriele Ruggieri

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