Per sei mesi le società della galassia degli imprenditori Mimmo Costanzo e Concetto Bosco Lo Giudice saranno gestite dallo Stato. Nell'elenco ci sono anche le aziende che si occupano della metropolitana, del San Marco di Librino e di San Berillo. «Si continua con l'iter amministrativo», spiegano tecnici e sindacalisti
Tecnis, sequestro antimafia anche per 24 consortili Pure azienda impegnata nei lavori Corso dei Martiri
Per sei mesi sotto amministrazione giudiziaria. Sono 24 le società consortili direttamente collegate ai colossi degli appalti Tecnis, Artemis e Cogip, colpite dal provvedimento della sezione Misure di prevenzione del tribunale di Catania. Le consortili attive con i loro cantieri sul territorio catanese sono Metro Catania 2013, San Marco e Risanamento San Berillo. Le tre imprese costituivano la colonna vertebrale del gruppo imprenditoriale capeggiato da Mimmo Costanzo e Concetto Bosco Lo Giudice, indagati in due procedimenti per mazzette e appalti truccati dalla procura di Roma.
Per i magistrati catanesi, il complesso aziendale etneo era legato a Cosa nostra. Per questo motivo lo Stato si è sostituito alla precedente dirigenza, nominando come amministratore giudiziario Saverio Ruperto. Le stesse motivazioni vengono utilizzate adesso per giustificare il nuovo intervento sulle 24 consortili, ritenute «parimenti suscettibili di agevolare oggettivamente esponenti di Cosa nostra, sottoposti a procedimento penale per i reati di partecipazione ad associazione mafiosa ed estorsione e a misura di prevenzione». Sarà lo stesso Ruperto a occuparsi della gestione, in modo da «avviare con maggiore celerità ed efficienza le attività del gruppo imprenditoriale, salvaguardando l’occupazione e le ragioni dei creditori», si legge in comunicato diffuso dalla procura.
Tecnis è da tempo afflitta da una pesante crisi economica, che ha determinato in tutta Italia il rallentamento o il blocco dei cantieri. Nell’elenco delle opere disseminate nel territorio etneo c’è il progetto per il nuovo volto di Corso dei Martiri a Catania. Tra le società coinvolte nell’opera, oltre a Istica e Cecos, c’è proprio la Risanamento San Berillo, controllata interamente da Tecnis. Dopo oltre 50 anni di attesa, nonostante le vicissitudini giudiziarie di Costanzo e Bosco, i lavori potrebbero partire ugualmente a breve. «C’è stato solo un blocco procedurale per ragioni di cautela dovute all’interdittiva antimafia a Tecnis – spiega Aldo Palmeri, ingegnere di Istica e Cecos – ma adesso, essendoci un amministratore giudiziario, sarà lui a occuparsi di tutta la parte burocratica e amministrativa». Il prossimo passaggio sarà l’appalto che verrà bandito dal Comune di Catania, dopo la risposta dell’Autorità nazionale anticorruzione, per le opere di urbanizzazione. L’importo complessivo, che si attesa su una cifra vicina ai 17 milioni di euro, riguarderà anche la costruzione di un parcheggio a piazza della Repubblica.
«Il sequestro alle consortili arriva in ritardo. Poteva essere disposto subito dopo quello delle tre ditte principali», commenta il sindacalista della Filca Cisl Nunzio Turrisi. Ruperto si occuperà adesso delle 24 controllate: «Permetterà lo snellimento di alcuni passaggi burocratici, ma poco cambierà per lo stato dei cantieri», aggiunge il sindacalista. La Metro Catania 2013 si occupa della realizzazione di tre tratti del progetto della metropolitana catanese, mentre la San Marco ha aperto il cantiere dell’ospedale di Librino. Ma i lavori per entrambe le opere procedono a rilento, o sono del tutto fermi: «Mancano i fondi per pagare i materiali e i lavoratori, che non riescono più neanche a pagare la benzina per raggiungere il cantiere», spiega Turrisi. Lo sblocco potrebbe arrivare grazie ai pagamenti che Tecnis attende da Anas: «Ma è una vicenda ingarbugliata, nella quale c’entrano numerosi pareri tecnici che ottenere in tempi brevi è complesso. Purtroppo non si vede il bandolo della matassa», conclude il rappresentante dei lavoratori.