Nell'aria c'è un possibile nuovo rinvio della scadenza per l'acquisto del marchio, promessa e non concretizzata dalla Regione. Scongiurato, pare, anche il rischio di perdere parte di Floriopoli per i lavori di Rfi. La questione è arrivata anche all'Ars
Targa Florio, dalla vendita del brand ai lavori sul circuito Nel frattempo cresce l’attesa per la gara automobilistica
La Targa Florio è probabilmente il più famoso inno siciliano alla velocità. E in effetti le notizie che si susseguono sulla corsa automobilistica tra le più apprezzate in Italia si susseguono senza sosta, un po’ come le auto sull’intricato circuito che attraversa le Madonie. Anzitutto è tornata a galla l’ormai annosa questione della vendita del brand. L’assessore regionale ai Beni Culturali Alberto Samonà ha più volte ribadito che il marchio Targa Florio sarebbe rimasto in Sicilia e che sarebbe stata la Regione ad acquistarlo. E si era anche parlato di cifre, con i quasi 6,4 milioni di euro messi sul piatto da Palazzo d’Orleans. Ma di fatto le intenzioni non sono mai finite nero su bianco e il termine per presentare l’offerta, fissato per lo scorso novembre e poi rinviato, è l’11 marzo.
Una ristrettezza di tempi che ha messo in allarme in tanti, tra cui il deputato regionale autonomista Totò Lentini, che ha presentato un’interrogazione. In realtà la questione non sembra preoccupare più di tanto, tutto farebbe pensare a un nuovo rinvio della scadenza, ma la Regione deve sempre guardarsi le spalle da Aci, che ha manifestato intenzioni serissime sull’acquisto del marchio, la cui titolarità è dell’Automobile Club palermitano. «Al momento non ci sono novità – dice a MeridioNews Angelo Pizzuto, presidente dell’Aci Palermo – Penso che la Regione in esercizio provvisorio attenda almeno fino all’approvazione del Bilancio per stabilire come procedere. La volontà sicuramente c’è, ma hanno tante priorità urgenti. Entro un paio di mesi decideranno».
Ma quello del brand non è l’unico problema. E quella di Lentini non è l’unica interrogazione parlamentare, ce n’è anche una firmata dal Partito democratico che chiede lumi sui lavori della linea ferroviaria Palermo-Messina-Catania, che prevedrebbe opere di nuova costruzione proprio sul tracciato del circuito storico, minacciando la cittadella e le tribune cuore della competizione. Anche su questo punto però si va avanti con relativa tranquillità, ieri è stato audito in commissione Ambiente all’Ars Filippo Palazzo, commissario nazionale per le opere ferroviarie, che ha rassicurato sul fatto che la nuova linea non andrà a confliggere con Floriopoli, anzi, si fermerà prima del ponte, dove verrà eliminato il vecchio passaggio a livello. Oltretutto, grazie a un emendamento nella finanziaria del 2018, le tribune di Floriopoli sono state inserite nel «patrimonio storico culturale della Sicilia, per cui il tracciato così vincolato non potrà mai essere stravolto da nessun progetto di Rfi». Intanto il prossimo 6 maggio partirà dal molo trapezoidale del porto di Termini Imerese l’edizione numero 106 della competizione, con regolamento che sarà pubblicato il 4 aprile, giorno dell’apertura delle iscrizioni a riprova del fatto che la Targa Florio, nonostante tutto, non si ferma.