Taglio alle pensioni dei regionali: Governo Crocetta e Ars sconfitti su tutta la linea

IL COMMISSARIO DELLO STATO – L’AMMETTIAMO: NOI NON CE L’ASPETTAVAMO – HA IMPUGNATO L’ARTICOLO DELLA LEGGE CON LA QUALE CROCETTA E SALA D’ERCOLE AVREBBERO VOLUTO ‘ALLEGGERIRE’ LE TASCHE DEI PENSIONATI DELLA REGIONE PER FARE ‘CASSA’

Sul prelievo alle pensioni degli ex dipendenti regionali le nostre previsioni si sono rivelare sbagliate. Com’è noto, la legge di assestamento di Bilancio prevedeva un prelievo per le pensioni superiori a 50 mila euro all’anno. L’articolo è stato impugnato. Non ce l’aspettavamo.

E’ interessante la motivazione con la quale l’Ufficio del Commissario dello Stato ha ‘bocciato’ questa norma che noi riteniamo incostituzionale.

L’Ufficio del Commissario dello Stato dice che queste pensioni – che secondo noi non sono, nella stragrande maggioranza dei casi, “d’oro” – possono essere oggetto di prelievi da parte dell’Amministrazione regionale. A patto che i soldi scippati ai pensionati non confluiscano nella spesa corrente del Bilancio della Regione, ma vadano ad alimentare il Fondo pensioni.

Per il Governo di Rosario Crocetta e per l’Ars che ha votato quest’articolo di legge demenziale e incostituzionale è una sconfitta su tutta la linea. Il Governo e Sala d’Ercole avrebbero voluto alleggerite le tasche non soltanto dei pensionati “d’oro” della Regione, ma anche dei pensionati da 2 mila e 500-3 mila euro al mese per fare ‘cassa’. Operazione ‘bocciata’. Questa, signori, è un’impugnativa ‘Rivoluzionaria’ e intelligente.

Governo e Assemblea potranno in futuro, se lo riterranno opportuno, decurtare le pensioni dei regionali, ma non per riversare i soldi tolti pensionati della Regione nel Bilancio. Questi soldi potranno solo alimentare il Fondo pensioni della Regione, ricostituito, nel 2009, per volere del Governo retto allora da Raffaele Lombardo e, in particolare, dall’allora assessore Gaetano Armao.

Per la cronaca, il Fondo pensioni della Regione venne sbaraccato alla fine degli anni ’70. Così vollero Governo regionale e Ars del tempo (contro il parere dell’allora presidente della Regione, Piersanti Mattarella, che immaginava – e non si sbagliava – che un giorno questa scelta avrebbe creato problemi).

Il Fondo pensioni della Regione venne sbaraccato per consentire ai dipendenti regionali del tempo – che non arrivavano a 2 mila unità – di andare in pensione, grazie a un metodo rigorosamente retributivo, con un’indennità addirittura maggiore dell’ultimo stipendio (Elsa Fornero allora era una bambina…).

Il Governo Crocetta e l’Ars, lo ripetiamo, hanno provato a togliere i soldi ai pensionati per fare ‘cassa’. Ma sono stati sconfitti con eleganza. Cornuti e mazziati. Costretti – se vorranno riproporre il provvedimento – ad approvare una legge nell’interesse della collettività, ovvero per far partire il Fondo pensioni della Regione.


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