Giovedì pomeriggio il tavolo nella sede di Belpasso di Meridi. «Prima di tutto pensiamo agli ammortizzatori per dare respiro ai quasi 500 dipendenti. Poi si penserà alla continuità aziendale», dichiara a MeridioNews Luciano Mertoli di UilTucs
Supermercati Fortè, primo passo è la cassa integrazione Vertice tra commissari e sindacati. «Traspare ottimismo»
Continua a tenere banco la crisi Meridi. Per la società del patron del Calcio Catania, Antonino Pulvirenti, che fa capo alla catena di supermercati Fortè si profila un possibile punto di svolta. Giovedì pomeriggio si è svolto nella sede di Belpasso l’incontro tra i neo commissari nominati lo scorso 9 gennaio dal tribunale fallimentare di Catania e i sindacati confederali Filcams Cgil e UilTucs. Assente Fisacat Cisl. I tre commissari cercheranno di risolvere in più fasi il momento nero dell’azienda: avranno il compito di rilanciare i punti vendita, assicurare un futuro ai circa 500 dipendenti in tutta la Sicilia che rischiano di rimanere senza lavoro. Si cercherà di garantire la continuità dell’azienda. Gli obiettivi prefissi durante l’incontro saranno, inoltre, quelli di ridare appetibilità al marchio per un possibile acquirente futuro e, infine, infondere fiducia a quei fornitori che da mesi attendono di essere pagati, così da rifornire i punti vendita.
«I commissari si muoveranno in più fasi – spiega a MeridioNews Luciano Mertoli di UilTucs – Nei primi trenta giorni individueranno tutte le cause che hanno portato a questa situazione, contestualmente avvieranno la procedura per la cassa integrazione, un ammortizzatore necessario per i lavoratori». Dopo questa prima fase di analisi i curatori produrranno una lettera da sottoporre al Mise. A quel punto il tribunale di Catania deciderà se decretare il fallimento o andare avanti con l’amministrazione straordinaria, nell’attesa di un possibile acquirente. Ci sarà grande attesa da parte dei lavoratori, le cui spettanze arretrate rimarranno bloccate fino a quando non arriverà la decisione del tribunale.
A gravare sulle spalle dei dipendenti sono i versamenti del Tfr, i rimborsi sui 730 e alcune mensilità degli anni 2018 e 2019. Intanto in questi mesi i lavoratori hanno anche assistito alla chiusura di alcuni punti vendita: attualmente in tutta la Sicilia sono 71 i supermercati aperti su un totale di 92. «Ci sono dipendenti che vanno a lavoro in uno scenario surreale – continua Mertoli -. Scaffali semivuoti e senza stipendio. Il primo obiettivo adesso è quello di richiamare i fornitori e poi avviare le possibili trattative. Traspare molto ottimismo». Rimane in piedi infatti l’accordo con il marchio Pugliese Apulia, che però si è allontanata dalla possibile locazione di alcuni punti vendita.
Non si sa quando i dipendenti riceveranno le loro spettanze pregresse: «Prima bisogna che si concluda il concordato. Noi stiamo cercando di difendere tutti i lavoratori e garantire il futuro dell’azienda», sostiene Davide Foti di Filcams Cgil. A difesa dei lavoratori ci sono anche le sigle sindacali minori Usi e Filcams.