Da Palermo a Cefalù a fermare i bagnanti non è la paura per il virus, ma le previsioni meteo e il mare increspato. A Mondello rilevano la temperatura prima di entrare nei lidi, nella cittadina normanna no. Nessuna impennata dei prezzi e bagnini costretti agli straordinari e in spiaggia libera regna l'anarchia
Sulle spiagge del Palermitano il coronavirus è solo un ricordo Ombrelloni distanziati, ma «sembra un weekend come tanti»
«Non ce n’è coviddi», la frase ormai tristemente celebre di uno dei video diventati virali durante il lockdown è una delle più gettonate sui bagnasciuga del palermitano, dove la pandemia sembra solo un ricordo. E così il primo weekend di luglio solo le condizioni meteo non perfette impediscono alle spiagge della parte più turistica del litorale di brulicare di persone, non di certo le misure di sicurezza e il distanziamento sociale e nemmeno, appunto, la paura per la possibilità del contagio. A Mondello è il solito caos, ma si vede l’impegno dei lidi come quello in gestione alla società Italo-belga, dove la distanza tra le postazioni è di almeno due metri, ci sono dunque giocoforza meno ombrelloni, ma i prezzi sono rimasti uguali a quelli dello scorso anno. Non tutti gli stabilimenti comunque seguono alla lettera le indicazioni, molti fanno comunque il possibile. Poco distante, tuttavia, la spiaggia libera è terreno di nessuno, nonostante la possibilità garantita dall’arenile della borgata palermitana, che offre al bagnante metri e metri di sabbia su cui poter piantare il proprio ombrellone, resta il solito fitto assembramento a ridosso del bagnasciuga.
La situazione non cambia troppo se ci si sposta verso Est. A Cefalù si tenta di ripartire e salvare il salvabile di una stagione turistica già colpita molto duramente e i risultati sembrano timidamente arrivare, con una presenza, seppur minima rispetto alla normale stagione, di turisti provenienti anche dall’estero. Mentre a Palermo diversi gestori impongono il rilevamento della temperatura all’ingresso, il passaggio salta nella cittadina normanna, dove oltretutto spesso per raggiungere la spiaggia non si ha a disposizione lo sconfinato arenile di Mondello, ma delle pedane di legno larghe poco più di un metro, dove ci si incontra e ci si scontra tra bagnanti molto spesso senza mascherina. Spuntano come funghi invece i dispenser di liquido disinfettante, posti in ogni posizione strategica, anche sulle mensole dei bar destinate alla consumazione.
Sulla spiaggia i lettini sono mediamente distanziati all’interno degli stabilimenti balneari e anche sulla spiaggia libera l’anarchia sembra fare qualche concessione al buonsenso, forse complici le previsioni meteo non proprio propizie e il mare piuttosto mosso. Col passare delle ore, tuttavia, si finisce per dimenticare l’emergenza sanitaria e a passare sul litorale cefaludese si ha la percezione di un qualsiasi fine settimana di media stagione. «Sembra un weekend come tutti gli altri – dice una bagnante – sono qui da due giorni e nel primo lido in cui sono stata il gestore e i dipendenti non avevano neanche la mascherina. Il distanziamento degli ombrelloni non sembra così diverso dal solito, e in ogni caso appena la spiaggia si riempie le carte si mischiano. Nessuno lascia mai il lettino lì dove lo trova, giustamente». E sarà forse per l’esigua diminuzione degli ombrelloni che i prezzi nei lidi non hanno subito variazioni significative, si va dai 15 ai 25 euro al giorno per una postazione (ombrellone più due lettini), con la solita guerra senza quartiere, più che al virus, alle borse frigo.
«Si tenta la sorte – dice un altro turista – ma non tutti i lidi sono uguali per fortuna. Ti fanno casino se ti porti la borsa con un panino, e mi può stare bene, ma non ho intenzione comunque di sedermi a mangiare da una persona che non sa neanche indossare una mascherina e la porta sotto al naso, mi sembra una presa in giro giusto per stare nelle regole. I bagnini invece fanno un grande lavoro, un po’ ovunque, devo dire, stanno davvero lavorando tantissimo». E in effetti sono proprio i guardaspiaggia quelli oberati del carico maggiore di responsabilità, chiamati non solo a osservare tra le pieghe delle onde, ma anche a dovere stare attenti alle proprie spalle affinché la danza dei lettini, tra chi si muove seguendo lo sposarsi dell’ombra e chi si sposta in cerca di sole, non finisca per creare piccoli casuali assembramenti.