Proseguono gli effetti della paura da coronavirus. Stavolta è su Facebook che i cittadini hanno deciso di prendersela con chi viene visto per la strada. Una sorta di caccia alle streghe, in questi giorni di isolamento per contenere il contagio, che si diffonde a macchia d’olio sui social. Lo scopo? Indicare i presunti trasgressori delle misure governative, talvolta addirittura fotografandoli o riprendendoli a loro insaputa, pubblicando le foto sulla piattaforma fondata da Mark Zuckerberg. Un fenomeno in via di sviluppo che adesso, dopo molte segnalazioni individuali, sfocia nella creazione di gruppi. Che però vengono guardati con attenzione dalle forze dell’ordine. Non per identificare chi viene visto in strada, ma per controllare eventuali violazioni da parte di chi condivide le immagini.
«Dovremmo usare i metodi della Cina e sparare addosso ai cessi», si legge in uno dei tanti commenti che si riferiscono a un gruppo di persone a passeggio in piazza del Carmelo, nel quartiere di Barriera a Catania, catturate dall’obiettivo dello smartphone di un iscritto a un gruppo catanese, «dedicato esclusivamente – si legge in descrizione – alle segnalazioni di cittadini che si ostinano a diffondere il virus trasgredendo alle leggi attuali che ci invitano a restare a casa e a non creare assembramenti». Gli amministratori hanno sottolineato che la pubblicazione della foto che ritrae i trasgressori passeggiare per strada, «deve indicare ora, indirizzo e città» in cui è stato rubato lo scatto.
Sulla scorta di queste indicazioni gli oltre mille iscritti pubblicano di tutto: dalle foto che ritraggono ragazzi a passeggio con il proprio cane a gruppi di persone intente a fare jogging. Tutti messi alla gogna e insultati, denigrati e forse segnalati. Solo in uno degli scatti – quello pubblicato dalla pagina Facebook Misterbianco.com e condiviso sul gruppo – i volti delle “m…e”, così vengono definiti i presunti trasgressori in uno dei tanti commenti, sono stati accuratamente coperti. Ma nella maggior parte dei contenuti pubblicati, però, il volto dei cittadini è ben visibile. Accanto a foto e video, spuntano anche tanti post di dissenso che, però, vengono immediatamente eliminati dagli amministratori.
Non curanti della sostanziale violazione della privacy paventata da chi non condivide gli scopi del gruppo, i fondatori suggeriscono di invitare anche componenti delle forze dell’ordine a iscriversi. «Se avete amici che lavorano presso le caserme delle forze armate – scrivono – potrete far notare l’esistenza del gruppo». In base a quanto risulta a MeridioNews, però, la polizia postale sta monitorando proprio il gruppo per verificare l’eventuale esistenza di violazioni di rilevanza penale.
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