L'udienza davanti ai giudici ermellini si è tenuta ieri, mentre la decisione è stata resa nota pochi minuti fa. I pm etnei avevano deciso di opporsi alla decisione di rimettere in libertà i due principali indagati per i fatti accaduti l'estate scorsa a Misterbianco
Stupro Acireale, Cassazione rigetta ricorso della procura Confermata la mancanza dei gravi indizi di colpevolezza
La Cassazione ha rigettato il ricorso della procura di Catania a seguito all’annullamento dell’ordinanza di custodia cautelare nei confronti dei due acesi accusati di avere violentato una ragazza nel parcheggio di una discoteca nella periferia di Misterbianco. I fatti risalgono all’estate scorsa: stando alla versione della giovane, lo stupro sarebbe avvenuto all’interno di un’auto, su cui era salita dopo avere accettato un passaggio per tornare a casa. L’indagine, in cui è coinvolto anche un terzo ragazzo, a fine ottobre ha portato all’arresto dei due. La permanenza nel carcere di piazza Lanza è durata poco più di un mese, fino a fine novembre quando sono stati rimessi in libertà.
All’origine della decisione del tribunale del Riesame c’è stata la contestazione riguardante gli indizi di colpevolezza che, secondo i giudici, non sarebbero stati così gravi da giustificare la custodia cautelare. Una tesi contro cui la procura di Catania si è opposta, presentando il ricorso alla Suprema Corte. L’udienza davanti ai giudici ermellini si è tenuta ieri: un confronto durante il quale la sostituta procuratrice Michela Maresca ha sostenuto che il Riesame non ha tenuto sufficientemente in conto le parole di alcuni testimoni vicini alla ragazza, mentre i legali della difesa hanno depositato una memoria per ribadire la propria linea. Ovvero che il rapporto sessuale c’è stato, ma con il consenso della giovane. Il verdetto è arrivato pochi minuti fa: la decisione di scarcerare i due acesi è stata condivisa dalla Cassazione.
Nel frattempo l’inchiesta resta aperta. A inizio marzo la giovane è stata sentita in un lungo interrogatorio, chiesto come incidente probatorio dai magistrati. Nelle quattro ore in cui ha risposto alle domande della magistrata e degli avvocati difensori, la ragazza ha confermato quanto sostenuto dal principio: la violenza sessuale ci sarebbe stata.