Studente che va, studente che viene

Studente che va, studente che viene. Dal resto d’Europa verso la Sicilia, dalla Sicilia verso il Continente. Un andirivieni sempre più alla ribalta, anche grazie al film “L’appartamento spagnolo” di Cedric Klapisch, uscito ormai un anno fa, dedicato a uno dei fenomeni del momento: studiare all’estero grazie al programma Erasmus, appannaggio degli universitari di tutta Europa.

E la febbre da Erasmus colpisce sempre più studenti, giovani pedine di un’Europa davvero cosmopolita e senza barriere. Nell’ ottobre 2002, ad esempio  l’Agenzia nazionale Socrates e il Ministero dell’Istruzione hanno festeggiato il milionesimo studente Erasmus con un evento ad hoc, occasione per diffondere la previsione che entro 5 anni, con l’Est europeo, si raggiungeranno i due milioni di studenti ad aver preso parte al programma.

Un trend in crescita, dunque. Anche in Italia. Soprattutto da quando la gestione delle borse di studio per trascorrere 6 o 7 mesi in un ateneo straniero è passata dai singoli docenti agli Uffici Relazioni internazionali degli atenei. E anche in Sicilia il numero di studenti pronti a “farsi le ossa” in Europa cresce costantemente. A Palermo, a Catania e a Messina aumentano le borse a disposizione degli studenti.

Il vero termometro della richiesta, però, è rappresentato dal “numero di domande di partecipazione al concorso – spiega Cinzia Tutino, responsabile dell’Ufficio Relazioni Internazionali dell’Università di Catania –.Un’impennata dovuta anche alla gestione centralizzata del concorso e alla possibilità di fare domanda direttamente su Internet”.

Per tanti che partono, molti altri arrivano. Da tante nazioni, anche se a Catania sono gli studenti spagnoli ad essere la comunità più consistente, oltre il 50 per cento. In netta minoranza i rappresentanti di altri Paesi. Molti spagnoli anche a Palermo ma con una percentuale meno massiccia. Ci sono pure francesi, begli, tedeschi, austriaci, svedesi, norvegesi, qualche inglese, alcuni ragazzi dell’Europa dell’Est.

                                                                                                                                            

L’ Erasmus Student Network (Esn), rete associazionistica paneuropea nata a Copenaghen nel 1990 per promuovere la mobilità studentesca Socrates/Erasmus, svolge attività di supporto ai ragazzi che devono partire e attività di supporto logistico-organizzativo per quelli che arrivano. iuta a trovare casa, ad allacciare rapporti con i tutor, organizzano anche momenti di svago. La rete italiana (www.esn.it) è nata nel ’94 e conta già 26 sezioni. In Sicilia per adesso c’è la sezione di Palermo.

A Catania questo compito è assolto dal Comitato Erasmus che fa base all’Ufficio Relazioni Internazionali dell’Ateneo.

Questa è un’esperienza quasi sempre forte , che non si dimentica. Che incide. Permette, ad esempio, di imparare per bene una lingua straniera.

Ma non ci si ferma qui. Perché oltre all’aspetto umano, agli amori, alla goliardia del vivere fuori facendo esperienza di vita, c’è un altro aspetto, quello universitario e didattico. In genere gli studenti che partono sono quelli con la media migliore, e spesso trovano all’estero degli spazi per potersi inserire nel mondo del lavoro. Insomma, succede di frequente che l’esperienza di studio si tramuti in lavoro futuro. Molte aziende valutano con favore le esperienze Erasmus in curriculum.

Resta la nota dolente del programma. Quella della spesa da sostenere. Stare lontano da casa per 6 o 7 mesi costa. I contributi dati dagli atenei italiani sono generalmente insufficienti e spesso gli studenti meno abbienti finiscono con il rinunciare a questa grande opportunità di crescita. Insomma, l’Europa non è ancora alla portata di tutti.

Gianluca Reale

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