Strisce blu notturne, valide anche nei giorni festivi? Lanzafame: «Il Comune faccia chiarezza coi cittadini»

«Se è domenica sera e leggi questo cartello, paghi o non paghi?». Dopo la rabbia dei cittadini e le polemiche, arrivano anche i dubbi sulle nuove strisce blu notturne, ossia il prolungamento del pagamento della sosta negli appositi stalli anche dopo le 20. E precisamente dalle 21 alle 3, in alcune vie del centro storico, al costo di due euro. Stavolta a far discutere i cittadini è la mancanza di chiarezza dei cartelli spuntati nelle scorse settimane, anche a integrazione di quelli già esistenti. Tre targhe spiegano le modalità di parcheggio: nella prima, accanto al simbolo che ne indica la validità nei soli giorni lavorativi, ci sono gli orari diurni; nella seconda, la nuova targa, si specifica la fascia oraria notturna; nella terza invece è stampata la tariffa oraria riferita però al primo cartello, quello giornaliero. A creare confusione nei cittadini sarebbe stata la mancanza nel richiamo di mezzo, quello per la sosta notturna, dei giorni di validità. Così, «stasera tutto il centro era invaso dalle multe e non credo che siano tutti rincoglioniti…», racconta Michele, in una segnalazione pubblica, di domenica, al consigliere comunale Agatino Lanzafame.

«Lasciamo stare le valutazioni sull’opportunità o meno di stabilire il pagamento di due euro per le ore notturne (può avere anche la sua logica) – continua il cittadino -, lasciamo stare il non rispetto della proporzione tra strisce blu e strisce bianche, lasciamo stare anche l’assurdità della doppia sanzione… Ma che almeno i cartelli siano chiari e non strumentalmente equivoci». Il sospetto che si tratti di uno strumento per fare cassa viene però subito allontanato da Lanzafame. «Al netto della questione di diritto sulla regolarità, c’è un problema di tutela dell’affidamento», e cioè il comportamento che un cittadino si aspetta dal Comune, spiega. Per questo il consigliere ha già inviato una nota all’assessore al Centro storico Angela Mazzola, al presidente di Sostare Gilberto Cannavò, all’assessore e al comandante della Polizia municipale Marco Consoli e Pietro Belfiore.

«Il pubblico ha sempre il dovere di evitare qualsiasi fraintendimento – continua Lanzafame – Se in una zona si elevano cento verbali, non può essere un errore del singolo, ma c’è di certo un profilo di poca chiarezza». Il consigliere ha inviato tre proposte: fornire chiarimenti pubblici sui termini del servizio di sosta notturna, procedere all’adeguamento della segnaletica «magari con degli adesivi da applicare sui cartelli già esposti» e, infine, «valutare la possibilità di procedere all’annullamento in autotutela delle eventuali sanzioni elevate da Sostare nelle ore notturne, nelle domeniche e negli altri giorni festivi appena trascorsi, al fine di evitare l’avviarsi di una insostenibile mole di contenzioso nei confronti del Comune». Il tutto per «proseguire nel rapporto di collaborazione tra l’amministrazione e i cittadini», conclude Lanzafame.

Cittadini che però non hanno preso bene la decisione del Comune così come la successiva scoperta, nei giorni delle festività natalizie, della possibilità per i residenti di avere dei pass gratuiti da ritirare negli uffici di Sostare. Un’eccezione non specificata in nessuno dei cartelli stradali apposti. «L’ultimo atto compiuto dalla sua amministrazione ha veramente dell’incredibile e colpisce nuovamente e duramente i residenti del centro storico, a freddo e senza un minimo di consultazione con i diretti interessati – scriveva pochi giorni fa Salvatore al sindaco Enzo Bianco in una nota pubblica sul social network Facebook – Un’ulteriore tassazione indiretta che colpisce i soli residenti del centro storico, atteso che, dai cartelli esposti dagli operai di Sostare, non sembra che questa tassa non la debbano pagare i residenti e quindi, la sola circostanza di risiedere in una determinata area, comporterebbe per questi cittadini il pagamento di una tassa di soggiorno che altri, a questo punto più fortunati, come lei signor sindaco e come i suoi assessori, non sono tenuti a pagare».


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