Da stamattina e fino alle 17 si fermano i dipendenti della compagnia di navigazione appartenente al gruppo delle Ferrovie. Disagi per i pendolari che ogni giorno, per lavoro o per studio, fanno la spola tra Sicilia e Calabria
Stretto di Messina, oggi si fermano i mezzi veloci Sciopero dei lavoratori Blu Jet, 32 corse soppresse
I lavoratori della compagnia di navigazione Blu Jet hanno incrociato le braccia oggi. Tutti e quattro i mezzi veloci che solcano lo Stretto di Messina sono rimasti fermi fin dalle 9 di questa mattina e lo resteranno fino alle 17 di oggi. Ben 32 le corse soppresse su Villa San Giovanni e Reggio Calabria con inevitabili ripercussioni sui pendolari che si servono quotidianamente dei mezzi veloci.
«Ci hanno complicato un po’ la vita – spiega Katia – oggi il mio turno di lavoro finisce alle 14 e dovrò prendere la nave per rientrare a Messina». «Resterò a Reggio fin quando non riprenderanno le corse dei mezzi veloci – afferma invece Mattia – farò una passeggiata con i miei colleghi universitari». Come in ogni sciopero sono state garantite alcune corse, prima delle 9 solo 12 e dopo le 17 altre 10.
Soddisfatti i segretari generali di Filt Cgil e Uiltrasporti Carmelo Garufi e Michele Barresi che hanno sostenuto lo sciopero. «Lo Stretto si ferma per chiedere le legittime tutele contrattuali per i lavoratori impegnati nel servizio di continuità territoriale passeggeri tra le due sponde». Si è registrata un’adesione totale dei lavoratori che rivendicano lo stesso trattamento economico dei colleghi in forza a Rfi e al pari loro garantiscono la continuità territoriale. Ecco perché chiedono alle ferrovie dello Stato di avviare un confronto sulla tematica della natura contrattuale dei lavoratori di Blu Jet.
«Diversamente continuerà il conflitto – annunciano Garufi e Barresi, segretari di Filt Cgil e Uiltrasporti – perché occorre trovare soluzione certa che tuteli i salari, i diritti dei lavoratori e dia le giuste garanzie a tutto il sistema di traghettamento sullo Stretto e anche organizzativo all’interno dello stesso gruppo ferrovie dello Stato, per evitare ogni concorrenza o dumping sociale unicamente basato sul ribasso del costo del lavoro e delle tutele».