C’è anche la provincia di Catania, oltre ad Agrigento, Milano, Roma e Torino tra le basi del pericoloso gruppo criminale dedito al traffico internazionale di essere umani sgominato oggi dalla polizia. Gli uomini del personale del Servizio centrale operativo e delle Squadre Mobili di Palermo ed Agrigento stanno eseguendo 9 decreti di fermo (5 persone sono state arrestate mentre 4 sono ricercate) e 5 informazioni di garanzia su tutto il territorio nazionale. Si tratta di cittadini di origine eritrea, etiope e sudanese. Tra i viaggi organizzati dal gruppo c’è anche quello della strage del 3 ottobre a largo di Lampedusa in cui persero la vita 366 migranti.
L’operazione, denominata Glauco, è coordinata dalla Dda di Palermo. Le accuse sono di associazione per delinquere, favoreggiamento dell’immigrazione e della permanenza clandestina, aggravati dal carattere transnazionale del sodalizio malavitoso. Le indagini hanno consentito di ricostruire le rotte e le tappe intermedie di numerosi viaggi della speranza, compreso quello della strage di Lampedusa. I superstiti hanno raccontato sofferenze atroci, con stupri di massa e segregazioni. Ogni migrante avrebbe pagato tra gli 8 e i 10mila dollari per raggiungere l’Europa. Nel corso di diverse perquisizioni gli investigatori hanno sequestrato denaro in contante, documenti su trasferimento di soldi attraverso money transfer e altro materiale utile per le indagini.
I compiti dell’organizzazione criminale non finivano con l’approdo sulle coste siciliane. Da qui venivano organizzati gli accompagnamenti nei paesi del Nord Europa. A Catania, Agrigento, Roma, Torino e Milano agivano, infatti, efficienti cellule eritree. A margine della conferenza stampa il procuratore aggiunto di Palermo Maurizio Scalia ha commentato le conseguenze di Mare Nostrum. «L’operazione – ha affermato – mi trova molto favorevole da cittadino. Sono state salvate molte vite umane. Ma dalle intercettazioni è emerso che grazie agli interventi della Marina Militare e delle altre forze dell’ordine sono aumentati i viaggi. Anche con piccole imbarcazioni si sono aperte nuove tratte come quella per Catania. E’ chiaro – ha concluso – che si utilizzano anche piccole imbarcazioni per raggiungere le coste più distanti tanto si sa che si verrà soccorsi e portati a riva».
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