Strade senza fognatura, infrastrutture a rischio e un rapporto difficile con l’Amministrazione comunale. Il quadro dipinto da Toni Santangelo, presidente della Terza circoscrizione non è certo dei migliori, nonostante una leggera apertura da parte di Palazzo delle Aquile abbia lasciato intravedere qualche barlume di ottimismo. «Lo stato di salute delle municipalità a Palermo – dice il presidente eletto tra le fila del centrodestra – è pietoso e in questo caso la nostra non fa eccezione, anche se il sindaco a nostro avviso sta iniziando a fare qualcosa, come la bonifica d’emergenza effettuata sul territorio, in particolare a Bonagia. Piccoli segnali che però potrebbero anche essere frutto dell’avvicinarsi del clima da campagna elettorale».
Ed è proprio sul territorio di Bonagia che la circoscrizione presenta le criticità maggiori. «Abbiamo delle strade, tra cui via Valenza e via Agnetta, piene di immobili abitati da anni, ma completamente prive di qualunque allaccio fognario. Questo limita molto anche l’erogazione di servizi essenziali come l’acqua e il gas». In miglioramento, invece, il rapporto con le partecipate. «Da parte delle società ex municipalizzate – prosegue Santangelo – pare si inizi ad intravedere uno spiraglio di iniziativa nei nostri confronti, ma ancora siamo lontani anni luce dalla collaborazione. Anche la Rap, superato un primo periodo di totale confusione organizzativa, sembra iniziare a lavorare con criterio sul territorio».
Capitolo infrastrutture. Sono due le opere che destano grande preoccupazione, non solo agli abitanti della circoscrizione, ma a tutti i Palermitani, perché coinvolgono due delle principali arterie cittadine. «Le opere che ci stanno più a cuore – conclude il presidente – sono il ponte di via Oreto, che dovrebbe essere sistemato e il ponte Corleone, ormai noto alle cronache per il famigerato limite di 30 chilometri orari e le multe degli autovelox. Mi auguro che gli interventi su queste infrastrutture vengano realizzate per il bene dei cittadini. Abbiamo delle relazioni della protezione civile che ci rassicurano, dicono che la situazione non è poi così pericolosa, ma in questo caso il limite imposto sul ponte nei pressi del Baby Luna sarebbe allora un pretesto per fare cassa».
Gli interventi per queste opere rientrano comunque nel piano annuale, ma «alla fine comandano i fondi, ci può essere tutta la buona volontà di questo mondo, ma se i fondi non ci sono c’è veramente poco da fare» dice. E i fondi che arrivano per le opere pubbliche finiscono spesso con «il perdersi per pagare precari di ogni genere, un’emorragia che influenza tutta l’attività amministrativa e ci toglie molto da anni».
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