Storia di un intreccio intercontinentale

“Quando la mafia trovò l’America. Storia di un intreccio intercontinentale 1888 – 2008”. Questo il titolo dell’ultima fatica dello storico siciliano Salvatore Lupo, presentato lo scorso martedì presso l’Auditorium del monastero dei Benedettini, in occasione di un seminario organizzato dal corso di laurea in Storia Contemporanea. All’incontro sono intervenuti, oltre all’autore, il prof. Rosario Mangiameli dell’Università di Catania e il prof. Mario del Pero dell’Università di Bologna.
 
Dalla grande migrazione dell’ultimo ventennio dell’800 alla volta degli States, questo volume racconta l’evolversi del fenomeno malavitoso italoamericano: dalle prime malefatte della “mano nera” lungo la costa atlantica all’ascesa al potere del primo tra i padrini Vito Cascioferro; dalla guerra tra le bande rivali di Marranzano e Luciano che insanguina New York negli anni ’30 alla smitizzazione del presunto aiuto da parte della mafia allo sbarco in Normandia. Fino ai più recenti maxiprocessi degli anni 80.
Un percorso guidato attraverso la storia della mafia italo-americana dalle origini ai giorni nostri, attraverso un minuzioso lavoro di ricerca di documenti storici italiani e americani come indagini della polizia, intercettazioni ambientali, articoli giornalistici.
 
Secondo il prof Mangiameli “quello che appare estremamente interessante è il fatto che il libro di Lupo si pone come obbiettivo quello di raccontare di mafia non attraverso criteri comportamentali e culturali identificativi, ma attraverso reti e relazioni estremamente complesse tra i vari personaggi, anche da una sponda all’altra dell’Atlantico”.
 
Ma non si tratta soltanto di un’altra storia della mafia. L’ultimo lavoro di Lupo è la storia di un’altra mafia, più interessante ma soprattutto più complessa. Un indagine che si snoda su un oggetto di storia sociale che sta su due realtà diverse – quella siciliana e quella americana – e quindi su due contesti e due punti di vista diversi. La storia dell’intreccio che costituisce il ponte di collegamento tra Sicilia e America.
 
E’ un libro che ci dà la complessità dell’argomento che affronta: le relazioni Transatlantiche”, sostiene il prof. Del Pero. “Il modo in cui viene raccontata la storia – continua sempre Del Pero – il divenire, le continuità e le discontinuità di un fenomeno che fa parte della modernità. Allora potrebbe sembrare uno specchio distorto della modernità ma ne è anche un tassello fondamentale. Un importante pezzo di storia transnazionale attraverso l’analisi di diverse storie, di fonti, di attraversamenti atlantici che si intreccia con lo sviluppo della malavita organizzata. Un piccolo importante pezzo di storia globale.”
 
Non ho raccontato la storia della mafia americana e di mafia siciliana” spiega Salvatore Lupo, presente all’incontro. “Quello di cui parlo nel libro è un soggetto terzo: il link, il collegamento tra entrambe. Non faccio ipotesi sul peso che la mafia siciliana ha avuto sulla società americana. Dire che la criminalità americana discende dalla mafia italiana è come dire che la scimmia discende dall’uomo. Gli americani e gli italo-americani – così come i siciliani – ragionano solo su se stessi. Bisognava invece collegare tutte e due le realtà, e parlarne da entrambi i punti di vista”.


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Presentato ai Benedettini l’ultimo libro dello storico Salvatore Lupo “Quando la mafia trovò l’America. Storia di un intreccio intercontinentale 1888 - 2008”. Un analisi sull’evolversi del fenomeno mafioso italo-americano dalle origini ai giorni nostri, volta a sottolineare le relazioni, i traffici e i collegamenti tra le due sponde dell’Atlantico

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