Stimoli ed entusiasmo nel bagaglio di Corini «Sento che è questa la mia vera opportunità»

Si alza il sipario sul Corini-ter. Sarà infatti la sua terza esperienza a Palermo, la seconda da allenatore dopo la parentesi in A (durata circa un mese e mezzo) nella stagione 2016-17. Arrivato in città domenica pomeriggio, il tecnico lombardo ha portato con sé un bagaglio carico di motivazioni ed entusiasmo. A presentarlo in sala stampa è il stato il direttore generale Giovanni Gardini: «Siamo molto soddisfatti, è un allenatore di spessore. Ho avuto la fortuna di conoscerlo come persona. Ho apprezzato le sue qualità umane e ritengo sia l’allenatore ideale per il nostro percorso, che non deve essere breve. Ci siamo presi qualche giorno in più per fare questa scelta, la migliore e non la più veloce. Il nostro obiettivo per la prossima stagione è creare una situazione di stabilità sportiva con un consolidamento nella categoria. Corini ha fatto la storia in campo e crediamo possa farlo anche in panchina».

Il primo pensiero è per l’ex presidente Maurizio Zamparini, scomparso lo scorso febbraio: «Grazie a lui sono arrivato a Palermo e, nonostante qualche incomprensione, ho vissuto stagioni meravigliose. Anche con mister Baldini (il suo predecessore, ndr) abbiamo condiviso una bella esperienza (nel 2003-2004, ndr). Gli faccio i complimenti, a lui e al suo staff, per il lavoro di qualità svolto. E ringrazio la proprietà per avermi scelto. Mi inorgoglisce perché è una scelta fatta in profondità e non dettata dall’emotività». L’allenatore bresciano, che ha firmato un contratto biennale e diretto ieri il primo allenamento, ha le idee chiare: «L’importante è essere leali e dire le cose come sono. Scenderemo in campo con l’obiettivo di vincere. Abbiamo una rosa che ha un valore ma sappiamo anche che va rinforzata per consolidarsi nella categoria. Modulo? Mister Baldini non l’ho sentito, la squadra è stata giustamente costruita su un determinato sistema di gioco. Mi piace avere degli esterni in campo ma bisogna avere anche un senso di adattabilità. La base di partenza è il lavoro svolto fino ad ora».

Il primo impatto è stato positivo: «Ho fatto i complimenti ai giocatori perché mi hanno fatto rivivere certe emozioni che ho provato io in campo. Bisogna però allenarsi al meglio e alzare sempre il livello. Ai ‘vecchi’ il compito di dare degli input ai più giovani. Tutti sanno cosa significa indossare questa maglia, non regalerò nulla e voglio giocatori connessi al cento per cento. Chi rimane qua deve spingere a mille all’ora ed essere pronto. Ci siamo confrontati su giocatori che alzino il livello, l’attitudine e l’esperienza in questo campionato. Che è diverso da quello della scorsa stagione». Determinante sarà l’aspetto motivazionale: «Non ho dubbi che ci sarà ancora una certa chimica, attitudine che fa parte di questi ragazzi. Per quanto riguarda i moduli, dipende dai movimenti e da come si occupa il campo. Oggi bisogna riempire il reparto di centrocampo e su questo stiamo lavorando. Rinaudo e Santana? Siamo stati compagni, c’era l’idea di potere lavorare con Leandro a Cremona qualche anno fa. C’è grande condivisione, anche con Santana che ieri ho visto bene anche come giocatore. Il Perugia? Una squadra forte, recuperano tre giocatori importanti – prosegue l’ex capitano rosanero riferendosi alla prima giornata di campionato – l’allenatore (Castori, ndr) conosce bene la categoria, troveremo una squadra più avanti ma bisogna essere reattivi a capire i giocatori più pronti e più adatti ad affrontare questa partita».

Con la squadra Corini ha intenzione di instaurare un rapporto trasparente: «I giocatori sanno che bisogna creare sinergia, io alleno tutti alla stessa maniera sapendo che il calcio è cambiato e che anche cinque minuti possono essere determinanti. I tifosi? Il loro aiuto sarà fondamentale, esorto tutti a riempire lo stadio. Più saremo e più avremo la possibilità di battere il Perugia». Corini poi riavvolge il nastro: «Quando arrivai qui nel 2016 (subentrando alla fine di novembre all’esonerato De Zerbi, ndr) c’era la volontà di migliorare la squadra ma non ci furono i presupposti e ho dato le dimissioni perché sentivo che non era il momento giusto per giocarmi la mia carta da allenatore. Adesso sento che questa è la mia vera opportunità e voglio giocarmela al meglio. Contratto biennale ma con la voglia di consolidare e crescere. Ho condiviso un percorso e su questo ci confronteremo. Nella mia valigia ci sono tanti sogni e tanti obiettivi: è giusto che il tifoso sogni ma è giusto anche parlare in maniera chiara. Andiamo passo per passo, il primo sogno è vedere lo stadio pieno sabato e vincere contro il Perugia».


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