Stazione centrale, degrado e rifiuti in vie limitrofe «Non bastano riconoscimenti che città ha avuto»

Da sempre luogo di passaggio ma anche di lunghe attese ai capolinea degli autobus o sulle panchine dei treni, la stazione centrale di Palermo non ha mai brillato particolarmente per pulizia, ma nemmeno in fatto di sicurezza. Già all’indomani dell’inaugurazione della linea uno del tram, sui binari di via Balsamo non si contavano le cartacce e i rifiuti accumulati. Mentre, sia in pieno giorno che di notte, si rischia di essere infastiditi, quando va bene, da qualcuno che con la scusa di un «che ore sono» o di un «hai una sigaretta?», pretendono di attaccare bottone nella speranza di rocambolesche conquiste, che nel giro di cinque minuti si trasformano in un maldestro stalking che è meglio gestire con ironia e possibilmente cambiando strada. Le vie limitrofe alla stazione centrale, che da questa partono e si articolano, non sono da meno. Qualsiasi palermitano ne è ben consapevole, ma anche al turista che le attraversa per la prima volta non serve molto per coglierne l’atmosfera.  

C’è, per esempio, via Silvio Boccone. È un arteria che parte da via Oreto e anticamente si chiamava via del Secco e da lì passavano, in pieno 1800, i primi treni. «Oggi è una via abbandonata all’incuria e al degrado. Non bastano i riconoscimenti di Palermo capitale della cultura e Palermo patrimonio Unesco, l’amministrazione comunale deve impegnarsi a garantire ordine e pulizia», spiega Antonino Randazzo, consigliere comunale pentastellato alla sua prima esperienza a Palazzo delle Aquile. Che, malgrado tutto, ha già in mente alcune possibili soluzioni che ha intenzione di esporre alle prossime sedute del Consiglio: «Ispettori ambientali», tanto per cominciare. E ancora «spazzamento stradale, trasparenza e controlli anche da parte dei cittadini su questa attività. Isole ecologiche e centri di riuso, uno per circoscrizione. E videosorveglianza, per monitorare le discariche abusive croniche», e di queste Palermo purtroppo ne è piena, dalle zone più periferiche a quelle a due passi dai salotti di via Libertà. 

Silvia Buffa

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