Ancora in bilico il futuro per 61 operai del cantiere dopo i tagli annunciati da Bolognetta Scpa che intende chiudere la procedura, nonostante il tavolo fissato per mercoledì tra Anas, stazione appaltante e parti sociali
Statale Pa-Ag, nuova protesta contro licenziamenti Sindacati: «Attendere esito incontro Anas-azienda»
Sul destino del cantiere Bolognetta-Lercara prosegue il braccio di ferro tra azienda e la stazione appaltante. Ora, i sindacati – Feneal, Filca, Fillea – chiedono di rinviare l’appuntamento, fissato per domani alle 9, alla direzione territoriale del Lavoro, per l’accordo sulla procedura di riduzione del personale. «Abbiamo chiesto all’azienda, e lo chiediamo anche alla direzione territoriale, di rimandare l’incontro per acquisire l’esito del confronto con Anas che si terrà l’11», dicono per Ignazio Baudo per la Feneal, Paolo D’Anca per Filca, Francesco Piastra per Fillea. E intanto oggi, con la preoccupazione che aumenta, gli operai sono di nuovo in sciopero per protestare contro la decisione dell’azienda di voler forzare i termini della procedura.
Dalla Bolognetta Scpa la risposta arrivata ieri è stata negativa: la società contraente intende chiudere la procedura e far partire i licenziamenti dei 61 operai a tempo indeterminato a partire da lunedì 9. «È una posizione per noi inaccettabile – aggiungono i sindacati degli edili – Non ci risulta che l’Anas abbia assunto alcuna decisione inerente alla modifica progettuale dell’ammodernamento della Palermo-Lercara. Prospettare quindi una riduzione del personale è ingiustificato. Chiediamo, anche per rispetto istituzionale, di attendere l’incontro di mercoledì prossimo con l’assessore alle Infrastrutture Luigi Bosco, l’Anas, l’azienda e i sindacati».
«Se è vero che è in corso – aggiungono – una trattativa con Anas da parte del contraente generale Bolognetta spca su una perizia di variante, o su una sospensione momentanea del cantiere, ci sarebbero le motivazioni per fare ricorso alla cassa integrazione, in attesa che l’ente assuma una decisione. Al posto dei licenziamenti si potrebbero utilizzare ammortizzatori sociali conservativi del rapporto di lavoro».
L’opera al momento è quasi ferma. «Su questa vicenda pesa il silenzio del ministero alle Infrastrutture, che continua a dare rassicurazioni ai sindaci mentre l’opera di fatto langue e le aziende dell’indotto ferme mentre c’è ancora molto lavoro d fare. Da tempo chiediamo che il ministero si occupi della questione. Invece si continua a fare e propaganda sui milioni di euro stanziati per futuri cantieri e non si riesce a concludere opere in corso che rischiano di rimanere delle incompiute».