Stamattina i funerali di Simone La mamma: «Mio figlio non si è suicidato»

Non ci crede nessuno al suicidio di Simone. L’idea che un ragazzo di 14 anni, al primo anno di liceo classico, senza particolari ansie o problemi a quanto raccontano le persone che gli stavano quotidianamente accanto, si sia lanciato dal balcone di casa dopo un semplice rimprovero della madre, sconcerta. Eppure la prima versione dei fatti fornita ieri pomeriggio dalle agenzie di stampa e rilanciata da tutti i media non lasciava spazio ai dubbi: Simone «si è lanciato dal balcone della cucina di casa perché la mamma lo aveva rimproverato dopo averlo sorpreso a fumare».

Ricostruzione impossibile da accettare per gli amici e i compagni di scuola, che già nel pomeriggio riversano pensieri e ricordi su Facebook, diventato l’ultimo foglio bianco a cui affidare dolore e memoria. «Ditemi che è un bruttissimo sogno, la mia peste non c’è più, il mio migliore amico non c’è più, ditemi che è un brutto sogno perché voglio immediatamente svegliarmi». «Eri la persona più sorridente che avessi mai conosciuto, mi mancheranno i tuoi salve prof quando non riuscivi a parlare bene in inglese, quando ti disperavi perché facevi un sacco di errori, mi mancherà la tua simpatica stupidità che mi faceva sempre ridere».

In serata la famiglia rompe il silenzio nel tentativo di dare almeno al ricordo del figlio il giusto profilo. Simone non si è ucciso, scrive la madre in una precisazione. «Mio figlio non si è suicidato, ma è scivolato dal balcone nel tentativo di nascondere le sigarette, rinvenute successivamente da noi familiari nei vasi del davanzale stesso, con evidenti tracce dell’incidente». Quattordici anni, una sigaretta fumata al balcone, di nascosto, con occhi e orecchie a spiare l’arrivo di qualcuno. La sfida al divieto che è una finestra sul mondo dei grandi. Un gesto da cui siamo passati tutti, almeno una volta nella vita.

Era già capitato a Simone di nascondere le sigarette, racconta la sorella più grande, che frequenta la Bocconi a Milano e che era tornata a casa dopo aver sostenuto un esame. «Mi chiedo ancora perché non ha chiesto a me, come è accaduto altre volte, di tenerle nella mia stanza. Non era certamente sua intenzione suicidarsi, era troppo piccolo, anche solo per un simile gesto».

Simone è precipitato dal balcone della cucina che dà su un cortile interno nella notte tra giovedì e venerdì. Il trasporto d’urgenza all’ospedale Cannizzaro non è servito: è morto ieri mattina poco prima dell’alba. Per la Procura della Repubblica la storia è chiusa, la dinamica dell’incidente chiara. Il corpo è stato restituito in breve tempo alla famiglia e stamattina a Catania, nella chiesa di Cristo Re in Corso Italia si sono svolti i funerali. I genitori hanno autorizzato l’espianto e la donazione delle cornee di Simone.

Qualcun altro da oggi guarderà il mondo con gli occhi di un adolescente che non c’è più.

 

[Foto di Riccio]

 

Redazione

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