Nella struttura di via Vecchio Bastione - occupata dal dicembre 2011 - è stata interrotta l'erogazione di energia elettrica. «Coppola o scuru» e «Buio in sala!», hanno commentato gli attivisti con l'ironia che li contraddistingue. Ma hanno anche assicurato che non fermeranno le attività. L'ultimo contatto con le autorità comunali era avvenuto due mesi fa, quando la polizia giudiziaria ha verificato l'effettiva occupazione e identificato i presenti
Staccata la luce al Teatro Coppola Gli attivisti: «Non abbiamo paura del buio»
«Coppola o scuru». E «Buio in sala!». Gli attivisti del teatro Coppola, struttura occupata nel dicembre 2011, hanno comunicato con l’ironia che li contraddistingue la decisione di «solerti tutori dell’ordine elettrico» che venerdì mattina hanno tagliato l’erogazione della corrente elettrica ai locali di via Vecchio Bastione. «Su tale legittimo provvedimento preferiamo non fare facili illazioni, frutto esclusivo di intelligenze illegittime quali ci onoriamo di essere», scrivono in un comunicato stampa.
Le tensioni tra occupanti e amministrazione – il primo contatto con la giunta di Enzo Bianco – erano salite a gennaio, quando due agenti di polizia giudiziaria, inviati dall’ufficio al patrimonio del Comune di Catania, hanno verificato l’occupazione effettiva del primo teatro pubblico cittadino e identificato alcuni degli attivisti. «Dove cera abbandono, speculazione e malaffare, da due anni la città si ritrova producendo, distribuendo e garantendo pubblicamente creatività e partecipazione», hanno dichiarato in quell’occasione gli artisti. A loro aveva risposto l’assessore al Patrimonio, Giuseppe Girlando, sostenendo che si trattava «di un dovere nei confronti dei proprietari dellimmobile, ossia i catanesi». Precedentemente, nel gennaio 2013, erano stati richiesti i documenti di proprietà e il collaudo delle attrezzature.
In questi giorni, l’ultimo atto della querelle. «Noi non abbiamo paura del buio, anzi. È nel buio mortificante di questa città che abbiamo scelto di riaccendere per tutti le luci di uno storico palco – proseguono gli occupanti – È nel buio accogliente della sala che, per tutti, ogni sera accendiamo le luci di una ribalta civile, visionaria, eterogenea e libera. Riposizioniamo i pezzi e andiamo avanti, come sempre».