Sportelli Multifunzionali/ Anna Rosa Corsello: “Pronte le soluzioni per garantire 1.850 lavoratori”. Paolo Genco replica all’assessore Bonafede

In un clima di tensione sociale e di corsa contro il tempo, nel pomeriggio di oggi il presidente della Regione siciliana affronterà il nodo delicatissimo della prosecuzione dell’esperienza degli Sportelli multifunzionali, in una apposita riunione di Giunta regionale prevista per oggi. Sarà il dirigente generale per il Lavoro, Anna Rosa Corsello, a rassegnare una nota con le possibili soluzioni. Intanto l’Igrue (L’Ispettorato generale per i rapporti finanziari con l’Unione europea del ministero del Tesoro) ha trasferito il 5 per cento, circa 22 milioni di euro, alla Regione siciliana per l’avvio della seconda annualità dei corsi di formazione professionale.

Nelle scorse settimane si è scritto di tutto e di più sul futuro della filiera dei Servizi formativi e sulla tenuta occupazionale e non sempre correttamente. Sono in mille e ottocento a rischiare il posto di lavoro se al primo ottobre prossimo il Governo regionale non s’inventerà un percorso credibile e concreto per la proroga delle attività.

Ne abbiamo parlato con Anna Rosa Corsello (nella foto a sinistra), dirigente generale al dipartimento Lavoro e della Formazione professionale (interim).

“Presenterò nel pomeriggio, in occasione della seduta di Giunta, una nota contenente le possibili soluzioni alla vicenda degli Sportelli multifunzionali – ci dice la dottoressa Corsello – per garantire prioritariamente i livelli occupazionali dei mille e 850 lavoratori”.

Proviamo a fare chiarezza con il dirigente generale su risorse, procedure, tempi e atti amministrativi. È proprio il dirigente generale al Lavoro a ricordare al nostro giornale che gli Avvisi 1 e 2 del 2010 (che hanno finanziato il triennio di attività degli Sportelli con risorse del Fondo sociale europeo) lasciano aperta la possibilità di prorogare le attività in essere in presenza di economie di gestione, così come la delibera di giunta regionale n.200 del 6 giugno scorso indica la stessa proroga come percorso da attivare.

“Purtroppo – aggiunge la dirigente generale del dipartimento Lavoro – non è fattibile prorogare le attività per due ordini di motivi, le economie si rendono disponibili solo dopo che si è proceduto a chiudere tutte le posizioni di ciascun ente per ciascun progetto finanziato per tutti e tre gli anni ed a seguito di copertura finanziaria in bilancio. E questo potrà avvenire non prima del prossimo anno”.

È chiara la Corsello sul tema delle rendicontazioni i cui ritardi non sono ascrivibili solamente agli enti formativi ma anche alla farraginosità delle procedure comunitarie, oltre alle difficoltà emerse strada facendo.

“Dal monitoraggio dell’andamento delle rendicontazioni sono emerse diverse criticità –precisa la stessa Corselo – parametri fisici non raggiunti, Sportelli stipati all’interno di molti Centri per l’Impiego attraverso procedure discutibili e senza evidenza pubblica, revisione del Vademecum (per l’attuazione del Piano operativo Fse 2007/2013 per la Regione siciliana) in merito al riconoscimento come costo di alcuni istituti contrattuali inizialmente non previsti (malattie per esempio). Tutte questioni che hanno allungato tempi e procedure”.

Quindi, rileviamo dalla chiarezza delle parole del dirigente generale alla guida del dipartimento Lavoro che le economie sarebbero riproducibili solamente nel 2104. La partita, allora, si gioca sulla copertura del lasso di tempo che necessita tra la scadenza del 30 settembre prossimo e l’approvazione del bilancio regionale, che dovrebbe avvenire, secondo prassi oramai consolidata, il 30 aprile del 2014. Sette mesi di buco nel quale implementare un percorso garantista è per il funzionamento del mercato del lavoro è per il mantenimento dei livelli occupazionali della filiera.

“Bisogna salvaguardare i lavoratori – sottolinea la dirigente generale Corsello – ed in tal senso consegnerò nel pomeriggio al presidente della Regione una nota con diverse opzioni. La prima prevede il collocamento dei mille e 850 lavoratori in Cassa integrazione guadagni in deroga (Cigd) per alcuni mesi, la seconda, far transitare la platea degli operatori presso il Ciapi di Priolo attraverso la stipula di contratti a tempo determinato a partire dal primo ottobre prossimo e per 12 mesi, per erogare le stesse azioni, ad oggi promanate dagli Sportelli. Il Ciapi, a sua volta, si dovrebbe avvalere di apposite strutture sul territorio”.

Procedura quest’ultima fattibile, secondo quanto riferitoci dal dirigente generale, in quanto la realizzazione delle attività di orientamento e politiche attive del lavoro, attraverso il Ciapi, metterebbe al riparto l’amministrazione regionale dal dovere emanare un apposito bando che allungherebbe di molto i tempi. Tempi ridotti e modalità semplificate proprio per il fatto che le risorse andrebbero affidate “in house” ad una società di proprietà della Regione siciliana proprio come il Ciapi, snellendo le procedure di assegnazione di compiti e risorse. Al Ciapi di Priolo andrebbero trasferite, oltre al personale tutto degli Sportelli, le risorse originariamente destinate al finanziamento del progetto Spartacus (recentemente ritirato dall’amministrazione regionale per una sequela di rilievi posti dalla Corte dei Conti sull’utilizzazione delle risorse comunitarie) che ammonterebbero a 36 milioni di euro. Somme disponibili sul Piano giovani e non più sul Piano operativo Fse 2007/2013.

“Sono state diverse le difficoltà incontrate in questi mesi – precisa la dottoressa Corsello – non solo sul versante delle rendicontazioni del triennio d’attività, che potrebbero liberare circa 36 milioni di euro, ma anche sul versante nazionale”.

Ricordiamo che, a seguito della riforma del mercato del lavoro, a firma Elsa Fornero (ministro allora in carica), il governo nazionale, attraverso il decreto “del fare”, ha accelerato la riforma dei Centri per l’impiego con un chiaro orientamento alla centralizzazione delle competenze che non pochi problemi potrebbe creare a livello regionale nella riorganizzazione dei servizi.

“Cercheremo di far valere le ragioni della specificità del nostro mercato del lavoro e della nostra autonomia speciale oltre che la necessità d proseguire l’esperienza del modello misto pubblico/privato – spiega la dirigente generale – e per far questo è pronto un nuovo sistema di accreditamento delle Agenzie del lavoro. Il passaggio è reso necessario sia per superare le critiche mosse dalla Corte dei Conti in sede di parifica in merito alla sovrapposizione delle attività tra Centri per l’Impiego e Sportelli, che per implementare un modello misto efficace, potendo le Agenzie erogare un maggior numero di servizi dentro una Governance regionale”.

Quindi, si dovrebbe affrontare anche questo aspetto nelle seduta di Giunta regionale nel pomeriggio, un nuovo bando, quindi, per l’accreditamento delle Agenzie del lavoro. Questo significa anche una concentrazione degli organismi che potranno operare in sinergia con i Centri per l’Impiego all’interno di un rafforzato modello misto coordinato da una governance regionale, che dovrebbe erogare un sistema di servizi specialistici a tutto tondo.

“In attesa che da Roma giungano le direttive su come riorganizzare i Servizi per l’impiego – sottolinea la dottoressa Corsello – abbiamo il dovere di garantire la prosecuzione del servizio e l’utilizzo attivo del personale”.

In ordine alla possibilità di utilizzare parte dei mille e 850 operatori presso le attività della seconda annualità dell’Avviso 20/2011, finanziato con le risorse del Piano giovani, il dirigente ha confermato che è una delle ipotesi contemplata dal dipartimento e che saranno, però, vagliate dalla componente politica. Precisiamo che i percorsi formativi diretti ai giovani e finanziati con le risorse del piano azione e coesione (Pac) affiancano al corso di formazione anche le azioni di orientamento e di collocamento nel mercato del lavoro. In tal senso è ipotizzabile l’utilizzo di parte del personale da allocare presso le sedi di erogazione della formazione. Una possibilità che necessiterebbe di risorse aggiuntive che non pare pronta a spillare dal cassetto l’assessore Scilabra, intenta com’è a rastrellare risorse per garantire la terza annualità (almeno così pare).

Sul tema degli interventi, poi, una buona notizia. “l’Igrue (L’Ispettorato generale per i rapporti finanziari con l’Unione europea del ministero del Tesoro) – conclude la Corsello – ha accreditato, nei giorni scorsi, il primo acconto del 5 per cento,pari a 22 milioni di euro, necessario per avviare la seconda annualità degli Interventi formativi”.

In sintesi dall’intervista alla dottoressa Corsello, finalmente, emerge con chiarezza che la parte tecnica ha le idee chiare in termini di risorse da reperire, di procedure da adottare e di tempi e modalità per la prosecuzione delle attività. Chi invece continua a muoversi nel caos sembrerebbe proprio la parte politica. Anche attraverso le dichiarazioni rese alla stampa l’assessore Bonafede non perde occasione per fare confusione.

In qualche occasione dichiarazioni rese dall’assessore regionale per il Lavoro, Ester Bonafede (nella foto a sinistra), non hanno contribuito a gettare acqua sul fuoco che divampa da mesi. Non ultimo, l’affermazione resa oggi ad un quotidiano siciliano della carta stampata, dove l’assessore indicherebbe gli enti formativi come responsabili del rallentamento nelle procedure di rendicontazione finale sulle annualità degli Avvisi 1 e 2 del 2010, fatto che avrebbe bloccato l’erogazione degli ulteriori acconti necessari al pagamento delle retribuzioni al personale dipendente. Dichiarazione, dicevamo, che ha fatto saltare in aria più di un presidente di ente.

Abbiamo raccolto, in merito, la dichiarazione di Paolo Genco (nella foto a destra), presidente dell’associazione degli enti formativi, denominata Forma Sicilia. “Rispediamo al mittente le dichiarazioni dalla Bonafede contenute in un articolo apparso oggi nella terza pagina del Giornale di Sicilia. Possiamo dimostrare a tutti i livelli istituzionali che le responsabilità non sono degli enti. Si faccia chiarezza sulle reali intenzioni di questo Governo”.

Il settore della Formazione professionale è entrato in una fase delicata del confronto, dove necessariamente chi ha finora “sfornato” a gogò parole su parole ha il dovere di passare alle decisioni. Raccontare, allora, i fatti distorcendo la realtà diventa esercizio pericoloso. Occorre che tutti ci si sforzi di riportare notizie veritiere e rispondenti alla realtà dei fatti. Noi ci sforziamo di farlo!

Giuseppe Messina

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