Per alcuni anni l'australian open è stato il parente povero degli slam. Senza il fascino di wimbledon, il glamour di parigi, l'insolente caciara di new york, collocato dall'altra parte del mondo e quindi difficilissimo da raggiungere per europei e americani a melbourne finivano per andare o australiani o tennisti di seconda schiera alla ricerca di un titolo prestigioso. La modernità ha risollevato il torneo. Gli aerei sono diventati più rapidi, sicuri ed economici; il campo in erba troppo difficile da addomesticare per gente che non aveva più tanta voglia di giocare al volo è stato trasformato in un cemento via via sempre più lento; la collocazione nel calendario è stata spostata da dicembre a gennaio, facendo in modo che se volevi avere una qualche possibilità di completare il grande slam un fuoriclasse non poteva non andare e voilà! il torneo è ridiventato di grande appeal. Quello che inizia tra poche ore è infatti un grande torneo. Sono presenti tutti i giocatori e le giocatrici più forti tranne il povero svedese soderling, da circa sei mesi alle prese con la mononucleosi, e la tedesca andrea petkovic, che però non ha i quarti di nobiltà del due volte finalista al roland garros. Mancherebbe anche la meno giovane delle williams ma venus è fuori dalle prime cento e non sembra probabile un suo ritorno ad alti livelli. Gli altri però ci sono tutti, da federer a serena, passando dai numeri uno djokovic e wozniacki e dagli ex nadal e clijster. Da questo sestetto dovrebbero uscire i nomi dei vincitori del torneo. Tra i maschi l'unico ad inserirsi potrebbe essere murray, che dall'inizio dell'anno ha assunto come coach ivan lendl, il famoso tennista ceco che molti ricorderanno protagonista un po' sfortunato del periodo di edberg e becker e preso un po' in giro da michelino chang in un epico ottavo di finale a parigi, quando l'allora numero uno del mondo fu portato alle soglie dell'isteria dal diciassettenne americano che arriverà a battergli da sotto. Murray è al redde rationem. Quest'anno il tennista scozzese compie 25 anni, un'età in cui i tennisti iniziano la loro parabola discendente: o cambia marcia quest'anno oppure non lo farà più.