L'associazione etnea invia una dura nota sul caso della gestione delle spiagge comunali a Catania. A occuparsi dei parcheggi, come raccontato da MeridioNews, è Orazio Buda cugino del boss Orazio Privitera. Il primo cittadino aveva replicato ricordando il proprio impegno antimafia e mettendo a tacere le contestazioni
Spiagge libere, Addiopizzo risponde al sindaco Bianco «Basta agitare il vessillo della legalità che tutto copre»
«Nelle spiagge libere catanesi la bandiera della legalità è rossa e il mare della cosiddetta antimafia è agitato». Inizia con queste parole la presa di posizione dell’associazione antiracket Addiopizzo Catania sulla vicenda sollevata in esclusiva da MeridioNews e che vede protagonista Orazio Buda, cugino del boss del clan Cappello Orazio Privitera e coinvolto nell’operazione antimafia Prato verde, in quanto responsabile dei parcheggi delle spiagge libere comunali della Playa di Catania. «Riteniamo grave e preoccupante che il Comune abbia scelto di affidare la gestione a un’impresa che vanta tra i suoi dipendenti più di un soggetto accusato di gravissimi reati – si legge nella nota -, peraltro relativi proprio ai parcheggi delle spiagge libere».
Il comunicato prosegue citando anche alcuni passaggi della replica dell’amministrazione comunale sul caso. Parole che il sindaco Enzo Bianco aveva affidato al suo ufficio stampa: «L’amministrazione non accetta lezioni da alcuno soprattutto in un ambito in cui ha fatto luce su tante zone d’ombra». Frasi sulle quali adesso si sofferma anche Addiopizzo. «Riteniamo grave questa difesa – scrivono dall’associazione -. Si tranquillizzi il sindaco perché non è nostra intenzione dare lezioni di antimafia a nessuno ma, allo stesso tempo, riteniamo che non si possa tacere di fronte a chi non perde occasione per agitare il vessillo della legalità che tutto copre o, all’occorrenza, vorrebbe coprire».
>Gli attivisti chiedono quali sarebbero «le luci» che l’amministrazioni avrebbe acceso. In questo contesto Addiopizzo torna sulla vicenda Empire, la discoteca che – secondo gli investigatori – era gestita da un prestanome del presunto boss Giacomo Nuccio Ieni. Nel locale il Comune inaugurò la via degli artisti, alla presenza di Bianco e dell’assessore alla Bellezza condivisa Orazio Licandro. «La legalità non vive di luci, tanto meno riflesse nel passato di un sindaco che ha avuto l’onore e l’onere di essere stato un ministro degli Interni. È questo che rende ancora più incresciosa questa vicenda».
La nota si conclude con un passaggio sulla società Caffè Napoleon, vincitrice del bando per la concessione delle spiagge libere, e sulla dichiarazione del titolare Massimiliano Consoli a proposito dell’assunzione di Buda: «Una seconda possibilità va data a tutti», spiegava a MeridioNews. «Con tutto il rispetto delle buone intenzioni della ditta aggiudicataria, per reinserire socialmente un soggetto dal passato o dal presente giudiziario come Buda, c’è tempo. Per reinserire socialmente Catania in un circuito politico-imprenditoriale di alto spessore legalitario, invece, non c’è più tempo. E non sono ammessi errori».