Si tratta di esponenti politici in carica durante la scorsa legislatura. In totale gli indagati erano 97, ma per circa la metà gli inquirenti potrebbero chiedere l'archiviazione. Il criterio di scelta seguito è stata la verifica delle finalità delle spese sostenute, se prettamente politiche o meno
Spese pazze all’Ars, chiuse le indagini Probabile rinvio a giudizio per 14 capigruppo
Sono indagati per peculato e tra poco potrebbe arrivare per loro la richiesta di rinvio a giudizio. Si tratta di 14 deputati dell’Assemblea regionale siciliana, ex capigruppo della precedente legislatura, ai quali la procura di Palermo ha notificato l’avviso di chiusura delle indagini. Secondo gli inquirenti avrebbero utilizzato fondi per gioielli, fumetti di Diabolik, auto e regali. Nel mirino degli inquirenti sono finite 97 persone, ma a ricevere l’avviso sono stati Giulia Adamo (Gruppo misto), Antonello Cracolici (Partito democratico), Francesco Musotto (Movimento per l’autonomia), Rudy Maira (Unione di centro), Nicola Leanza (Mpa), Nicola D’Agostino (Udc), Nunzio Cappadona (Mps), Salvatore Pogliese (Pdl), Marianna Caronia (gruppo misto), Paolo Ruggirello (Pd), Livio Marrocco (Futuro e libertà), Innocenzo Leontini (Pdl), Cataldo Fiorenza (Mpa) e Cateno De Luca (Gruppo misto, Forza del Sud). A loro potrebbero aggiungersi altri nomi; per qualcuno – circa la metà degli indagati – dovrebbe essere chiesta l’archiviazione.
Giulia Adamo avrebbe fatto shopping utilizzando i fondi assegnati dall’Ars in negozi come Nazareno Gabrielli e Louis Vuitton. E poi borse e cravatte Hermes. Un ammontare stimato in 9500 euro. Cracolici avrebbe fatto regali per quasi 32mila euro: strenne natalizie, liquori, scatole da gioco, rum, champagne, oltre a seimila euro per regali di nozze. A Cappadona è stato contestata l’appropriazione di un contributo da 15mila euro. Molto più alta la cifra oggetto delle indagini su Maria Anna Caronia: secondo gli inquirenti 36mila euro, con sette mandati di pagamento tra febbraio e luglio 2010, sarebbero stati destinati al suo conto bancario. Oltre 26mila euro la cifra contestata all’acese D’Agostino.
Cateno De Luca avrebbe utilizzato i fondi del gruppo per saldare seimila euro di rate di leasing di una macchina. Maira, invece, avrebbe utilizzato le somme destinate all’Udc per pagare il leasing di due Audi A6. Tra il 2001 e il 2008 avrebbe presentato rimborsi spese per oltre 22mila euro senza però un’adeguata giustificazione e avrebbe acquistato ceste natalizie e gioielli, oltre a prodotti di un’enoteca. L’autonomista Cataldo Fiorenza avrebbe usufruito di 30mila euro; altri 20mila euro sarebbero stati dati alla collaboratrice Elena Mancuso per spese non giustificate.
Cinquantamila euro è la cifra contestata a Nicola Leanza. Nel mirino dei pm ci sono regali, cesti di fiori, panettoni, rifornimenti di benzina e lavaggi presentati come spese per l’attività politica dall’azzurro Leontini. La passione per i fumetti di Diabolik sarebbe stata finanziata dai fondi destinati ai gruppi da Livio Marrocco, che avrebbe pagato i conti di pranzi e cene non giustificate. Quasi trecentomila euro è la somma non giustificata da Francesco Musotto. Il catanese Pogliese avrebbe fatto prelievi per quasi 60mila euro. Avrebbe anche speso 41mila euro per rifornimenti di carburante, pagamenti in bar, ristoranti, pizzerie e regali. Infine a Paolo Ruggirello si sarebbe invece appropriato della somma di 3.590 euro.
A condurre le indagini sono il procuratore di palermo Francesco Lo Voi, l’aggiunto Leonardo Agueci e i pubblici ministeri Sergio De Montis, Luca Mattinieri e Maurizio Agnello. Nell’inchiesta non ci sono stati stralci, anche se le posizioni al vaglio sono differenti, tra capigruppo, deputati e personale assegnato ai gruppi. I magistrati, per riconoscere le condotte lecite da quelle illecite hanno preso come riferimento la finalità strettamente politica delle spese sostenute. Nei casi in cui fatture e ricevute abbiano dimostrato la finalità legata al ruolo istituzionale, è stato deciso di non procedere.