Nelle prime ore di oggi, a Palermo e a Lanciano (in provincia di Chieti, in Abruzzo), i carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Palermo hanno dato esecuzione a un’ordinanza applicativa di misure cautelari personale emessa dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Palermo, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia, nei confronti di dieci […]
Palermo, crack e cocaina della mafia alla Vucciria diventano «macchina» e «birra»: dieci arresti
Nelle prime ore di oggi, a Palermo e a Lanciano (in provincia di Chieti, in Abruzzo), i carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Palermo hanno dato esecuzione a un’ordinanza applicativa di misure cautelari personale emessa dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Palermo, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia, nei confronti di dieci persone (otto in carcere, una agli arresti domiciliari e un obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria), indagate per i reati di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti o psicotrope e spaccio.
Le indagini, che sono il proseguimento dell’operazione denominata Porta dei Greci, hanno interessato l’area del centro storico cittadino, nota come la Vucciria, ricadente nel contesto territoriale del mandamento mafioso palermitano di Porta Nuova. Nel corso delle investigazione è emerso un grave quadro indiziario a carico degli indagati in merito all’esistenza di un’associazione per delinquere dedita al traffico e allo spaccio di crack e cocaina.
In particolare, le indagini hanno permesso di documentare come al vertice del sodalizio vi fossero persone contigui al mandamento mafioso di Porta Nuova, che si sarebbero occupate di importare a Palermo, tramite diversi canali di rifornimento, partite di narcotici da immettere nelle piazze di spaccio del quartiere Vucciria. Ed è stata registrata l’intensa e quotidiana attività di spaccio di sostanze stupefacenti – che venivano indicate come “macchina” o “birra” – svolta nel cuore della movida palermitana.
Secondo quanto è stata ricostruito finora, la vendita delle sostanze sarebbe avvenuta predisponendo turni di lavoro, per creare un controllo monopolistico delle piazze di spaccio e, persino, l’utilizzo di un unico cellulare nella disponibilità dei vari pusher. Nel corso delle attività di indagine, sono state rilevate numerosissime cessioni di stupefacente, riscontrate anche con tre arresti in flagranza e con il sequestro di crack e cocaina. Infine, è stata possibile anche individuare e smantellare diverse basi logistiche destinate all’occultamento e alla suddivisione in dosi delle sostanze stupefacenti.