Sotto piazza Europa rifugio per senza tetto Catalano: «L’altra faccia del lungomare»

L’altra faccia del lungomare, quella della povertà e dell’emarginazione che si nasconde con un telo al resto della città, a pochi metri dalle centralissima piazza Europa. Un letto ricavato tra due pilastri fatti di blocchi di cemento, un paio di tappeti logori a coprire il pavimento dissestato, qualche scaffale appoggiato alle pareti macchiate di muffa e umidità, un passeggino e uno stendino con i panni appena stesi. E’ la sistemazione di fortuna che qualche famiglia ha ricavato in uno dei locali interni che si apre sotto piazza Europa, ricavato dopo la realizzazione del parcheggio affidato per 40 anni alla società della famiglia Virlinzi.

La denuncia arriva da Giuseppe Catalano, consigliere comunale del gruppo di maggioranza Articolo 4. «Famiglie che passeggiano, ciclisti dilettanti che pedalano e amanti dello sport che fanno jogging accanto a senza tetto che restano invisibili agli occhi della città, alle piazze transennate ed ai monumenti storici trasformati in pattumiere o latrine. Questo è il bello e il brutto di una delle più importanti zone turistiche di Catania», spiega. Il consigliere parla della presenza di tantissimi senza tetto che la notte cercano un posto dove dormire nella zona del lungomare. «Dopo i locali interni del Monumento ai Caduti, adesso uno dei principali bivacchi si trova sotto piazza Europa – denuncia – Qui c’è un rifugio per tanta gente costretta a vivere nell’emarginazione e nell’inumanità. Una casa arredata con materiale di fortuna dove si può trovare di tutto. Gli occupanti cercano di nascondersi agli occhi della gente con i teloni ma basta dare un’occhiata oltre l’inferriata del cancello d’ingresso per capire che, dietro ad uno dei territori più suggestivi della città, c’è molto di più».

Per Catalano il numero di senza tetto è aumentato dopo lo sgombero dell’ex palazzo delle Poste in viale Africa. «I suoi occupanti si sono sparsi per i quattro angoli della città. Spostarli o evacuarli dalle loro baracche o sistemazioni di fortuna avrebbe il solo effetto di rinviare ancora la soluzione della questione e non affrontarla in modo definitivo», sottolinea il consigliere, che lancia una proposta all’assessore ai Servizi sociali, Fiorentino Trojano. «Una task force necessaria a preparare una mappa delle baraccopoli cittadine e coinvolgere così palazzo degli Elefanti e tutte le istituzioni ed enti che operano nel sociale per dare a queste persone un’alternativa alla strada e la possibilità di crearsi una seconda vita fatta di decoro e speranza». Un’attività che in parte è stata portata avanti negli anni passati dal Presidio leggero, un servizio di prossimità di operatori pubblici e del privato sociale che ha aiutato numerose persone, soprattutto di origine rom, che vivono nelle baraccopoli della città.

Il consigliere di Articolo 4 va oltre pensando anche a «un piano programmatico di sviluppo dell’intero lungomare in cui inserire anche la riqualificazione di piazza Tricolore e piazza Nettuno oltre alla valorizzazione sociale e turistica del Monumento ai Caduti e delle due Garitte Spagnole. Testimonianze del passato – conclude – trasformate per mesi in bagni improvvisati per senza tetto».


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A pochi metri da uno dei posti più frequentati della città, una famiglia ha ricavato la sua casa: tra materiale di fortuna, pavimenti sconnessi e pareti macchiate dalla muffa. La denuncia arriva dal consigliere comunale di Articolo 4. «Questo è il bello e il brutto di una delle più importanti zone turistiche di Catania». E lancia una proposta: «Una mappa delle baraccopoli cittadine per offrire un'alternativa». Guarda le foto

A pochi metri da uno dei posti più frequentati della città, una famiglia ha ricavato la sua casa: tra materiale di fortuna, pavimenti sconnessi e pareti macchiate dalla muffa. La denuncia arriva dal consigliere comunale di Articolo 4. «Questo è il bello e il brutto di una delle più importanti zone turistiche di Catania». E lancia una proposta: «Una mappa delle baraccopoli cittadine per offrire un'alternativa». Guarda le foto

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