Sarà il giudice Fabio Pilato a occuparsi del processo con rito abbreviato. Imputati eccellenti l'ex paladino della legalità Antonio Candela e l'ex direttore dell'Asp Fabio Damiani. Patteggiamento per il faccendiere, diventato collaboratore, Salvatore Manganaro
Sorella Sanità, davanti al gup nove imputati su dieci Tra loro c’è l’ex responsabile Covid-19 della Regione
Sarà il giudice per l’udienza preliminare del tribunale di Palermo Fabio Pilato a occuparsi del processo col rito abbreviato nato dall’inchiesta Sorella Sanità. Dei dieci indagati, tra manager pubblici e imprenditori accusati di avere pilotato gli appalti nella sanità siciliana, solo uno andrà al giudizio ordinario in tribunale. Si tratta di Crescenzo De Stasio, detto Salvatore, amministratore della Siram, una delle società coinvolte nei meccanismi di aggiustamento delle gare, del valore complessivo di oltre 600 milioni di euro.
Fra coloro che invece ricorreranno all’abbreviato c’è l’ex commissario anti-Covid della Regione siciliana Antonio Candela e l’ex direttore generale dell’azienda sanitaria provinciale di Trapani Fabio Damiani. Con loro Giuseppe Taibbi, considerato una sorta di faccendiere al servizio di Candela. Abbreviato anche per Francesco Zanzi, Angelo Montisanti e Salvatore Navarra.
Il patteggiamento con una pena concordata di quattro anni e due mesi, già accettata dai magistrati Giovanni Antoci e Giacomo Brandini, sarà per Salvatore Manganaro: l’imprenditore, ritenuto molto vicino a Fabio Damiani e divenuto il suo accusatore, ha ammesso una serie di tangenti. La condanna gli sarà inflitta a condizione che restituisca un milione di euro, corrispondente proprio all’importo delle mazzette ricevute con l’ex manager. Di quattro anni e sei mesi è invece la pena concordata tra i legali e il pool coordinato dal procuratore aggiunto Sergio Demontis per Ivan Turola; cinque anni infine per Roberto Satta, altro imprenditore. Il processo si celebrerà nei prossimi mesi.
Candela prima di finire nei guai era stato scelto dal presidente della Regione Nello Musumeci per coordinare il comitato tecnico scientifico che si occupa del Covid-19. Prima è stato manager all’Azienda sanitaria provinciale di Palermo e paladino antimafia. Nel 2016 finì davanti le telecamere della trasmissione Rai Cose nostre. Un anno di grazia tanto che a ottobre il presidente della Repubblica Sergio Mattarella gli conferisce la medaglia d’argento come riconoscimento per le battaglie di legalità in ambito sanitario.