«Ho visto al telegiornale la storia del nonno più giovane d’Italia (un 36enne di Fiumefreddo, ndr) e ho pensato subito che, in realtà, io sono la nonna più giovane d’Italia e vi volevo raccontare la mia storia». È l’ora di pranzo quando in redazione squilla il telefono, dall’altro lato della cornetta c’è Concetta Marchese, classe 1986. In sottofondo si sente il parlottare di un bambino. «È mio nipote – si giustifica subito la donna – il figlio di mia figlia che adesso ha un anno e mezzo». Se la matematica non è un’opinione, lei nonna lo è diventata a 32 anni. «Essere già chiamata nonna alla mia età – confida – mi crea ogni volta un’emozione così particolare che non so se ridere o piangere».
«Io sono diventata mamma a 14 anni per la prima volta (Concetta, oltre alla madre di suo nipote, ha anche un altro figlio che adesso ha undici anni, ndr) – racconta – e mia figlia Alessia poi, a sua volta, ha dato alla luce mio nipote Manuel quando aveva sedici anni». Una generazione a cinque livelli. «Mio nonno, che adesso è trisavolo, ha 81 anni – ricostruisce scorrendo l’albero genealogico – mentre mia madre a 55 anni è già bisnonna».
Originaria del quartiere San Giovanni Galermo di Catania, oggi Concetta vive a Misterbianco e fa la badante. «Mia figlia, il suo compagno e mio nipote abitano in casa con me. Siamo una famiglia unita e anche con il mio ex compagno, dal quale mi sono separata, i rapporti sono ottimi e lui vede la bambina – sorride la donna correggendosi subito – che oramai non è più una bambina». Anche Concetta di essere bambina ha smesso presto. «Mia figlia è stata desiderata anche se sia io che suo padre eravamo entrambi giovanissimi – ricorda – e anche la gravidanza la ricordo come un periodo bellissimo. Dopo i primi mesi ho smesso di frequentare la scuola perché stare tra i banchi non era facile tra le visite e le nausee».
Un percorso simile è quello della figlia Alessia. «Anche lei ha lasciato la scuola e, adesso fa la mamma a tempo pieno. Tra noi due – sottolinea – non c’è mai stato solo un rapporto tra madre e figlia, siamo sempre state anche un po’ sorelle, amiche, complici. Adesso, Manuel lo vedo crescere con lui più che nonna mi sento come se fossi una seconda mamma».
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