La rassegna si svolgerà dal 2 all’8 luglio. Un cartellone fittissimo che vanta ben 40 proiezioni che sarà possibile vedere gratuitamente e che punta tutto su temi di stringente attualità: dai diritti negati al viaggio, dai rapporti di genere alla maternità e alle migrazioni
Sole Luna Doc Film Festival, al via la 13^ edizione «Un’iniziativa che ci rende protagonisti nel mondo»
«In questi ultimi anni abbiamo potuto fare la differenza». Lo dice con orgoglio Lucia Gotti Venturato a proposito del Sole Luna Doc Film Festival, da lei fondato. La rassegna, che giunge quest’anno alla tredicesima edizione, sarà a Palermo dal 2 all’8 luglio e si appoggerà su due storiche sedi: Santa Maria dello Spasimo e il complesso monumentale Chiaramonte Steri. A inaugurare l’edizione 2018 sarà un’anteprima mondiale: In the name of… della regista malese Erlynee Kardany, che racconta la storia di una famiglia interculturale in conflitto con la religione e alle prese con le sfide di vivere con l’Islam da donna moderna. Temi attualissimi, in questa edizione come nelle scorse, e tutti sempre riconducibili a quel sottotitolo costante della rassegna, cioè Un ponte tra le culture. La tredicesima edizione presenta ben 40 film in totale, che sarà possibile vedere gratuitamente: 28 film documentari in concorso, di cui 15 anteprime nazionali, sei cortometraggi e sei film fuori concorso. Tre le sezioni in concorso: Human Rights, che raccoglie documentari che raccontano storie di diritti negati; The Journey, che assume il viaggio come esperienza e metafora della dimensione umana; Short Docs, rassegna di corti sui temi cruciali della quotidianità, dal lavoro ai rapporti di genere, alla maternità e alla questione migratoria. Non è un caso che il simbolo scelto per rappresentare questa edizione sia il gelsomino migrante.
«È tanta la voglia di approfondire la conoscenza della città: Manifesta è stata una mossa vincente, ma è la città che ha vinto», precisa la presidente, tirando in ballo la biennale di arte contemporanea a Palermo fino a novembre. Evento questo che, insieme al titolo di cui si fregia quest’anno la città di Capitale Italiana della Cultura, ha portato anche alla realizzazione di Le arti in Festival, un fuoriprogramma per collegare questa tredicesima edizione alla città, con un percorso dedicato all’arte contemporanea nelle sue varie forme. «Abbiamo messo in sicurezza questa straordinaria iniziativa – commenta il sindaco Orlando -, intanto perché la sua fondatrice ha accettato di essere palermitana con la cittadinanza onoraria conferita nel 2017; e poi perché questa iniziativa è diventata ormai parte della città e realizza il coinvolgimento di tante realtà uscendo dalla solitudine di pochi anni fa». Un’iniziativa, del resto, che condivide lo stesso spirito che l’amministrazione comunale ha voluto imprimere alla città intera. «Già solo il logo condensa l’anima multiculturale che Palermo vuole e sa esprimere», sottolinea infatti anche l’assessore alla Cultura Andrea Cusumano.
Sulla stessa linea anche Alessandro Rais, dirigente dell’Ufficio speciale per il cinema e l’audiovisivo per il Sicilia Film Commission, che pone l’accento sul «coraggio di questo festival della scoperta di nuovi punti di vista e di nuovi percorsi di conoscenza, che sono i punti di forza della rassegna». Rassegna che, oltre a vantare non pochi partner e sponsor, può contare anche sull’appoggio della Regione: «Ci abbiamo creduto sin dal primo momento, a progetti come questo, a puntare insomma sul mondo della cultura e dello spettacolo – afferma infatti l’assessore al Turismo Sandro Pappalardo -. Non abbiamo condiviso la linea del passato, motivo per cui abbiamo lottato, malgrado la costante carenza di fondi, per riparare alle disattenzioni di chi ci ha preceduti. Tutti invidiano quello che abbiamo, ma non lo abbiamo saputo pubblicizzare, lo abbiamo venduto solo ai residenti. Ben venga quindi Manifesta, Palermo Capitale della Cultura e anche questa tredicesima edizione, iniziative così ci rendono protagonisti nel mondo. L’unione delle istituzioni fa la forza, al di là dei colori politici. Il governo ha il dovere di essere accanto a queste manifestazioni, ne ha l’obbligo, siamo noi che dobbiamo ringraziare voi, non il contrario».
A decretare i film vincitori sarà la giuria internazionale, presieduta dal regista iraniano Nima Sarvestani, costante di questo Festival e che ha vinto l’edizione dell’anno scorso. Insieme a lui l’antropologo palermitano Ignazio Buttitta, il regista Alessandro Negrini, la giornalista Birgit Heidsiek, la scrittrice ed esperta di neorealismmi Ingrid Rossellini, figlia del famoso regista. Assegneranno un premio al miglior documentario e delle menzioni speciali a miglior regia, miglior fotografia, miglior montaggio e documentario più innovativo. A questa internazionale, si affiancheranno anche altre due giurie speciali, composte dagli studenti degli istituti superiori coinvolti nel Festival con il progetto di alternanza scuola-lavoro e da sei minori stranieri non accompagnati, divenuti mediatori linguistici e culturali, che frequentano Itastra, la Scuola di lingua italiana per stranieri dell’Università di Palermo, che valuteranno le sezioni Human Rights e Short Docs. «Un nuovo modo di pensare, è questa la sfida del XXI secolo ed è forse l’aspetto del Sole Luna che più mi piace raccontare», dichiara a proposito Gabriella D’Agostino, direttrice scientifica della rassegna. Mentre la direzione artistica sarà curata dai giovanissimi registi Chiara Andrich e Andrea Mura, veneta lei e sardo lui, tra i primi diplomati al Centro Sperimentale di Cinematografia di Palermo.