ICity Rate è il Rapporto realizzato da Forum Pa che stila la graduatoria nazionale delle città più vicine ai bisogni dei loro abitanti. I capoluoghi dell'isola non brillano: si posizionano tutti fra l'84esimo e l'ultimo posto. Nel dossier si parla infatti di «pesante ritardo strutturale difficilmente colmabile». Solo due i podi
Smart city, Siracusa prima delle siciliane in classifica Tutte lontane dagli obiettivi. Fanalino di coda Trapani
I capoluoghi siciliani hanno ancora tanta strada da fare per diventare città intelligenti, inclusive e vivibili. In pratica, sono molto indietro nel percorso per essere più vicine ai bisogni dei cittadini. È questa la fotografia dell’isola che viene fuori in ICity Rate 2017, l’analisi realizzata da Forum Pa, un’azienda che si occupa da oltre 25 anni di pubblica amministrazione.
La città più smart dell’isola risulta essere Siracusa, mentre fanalino di coda nazionale è Trapani. Comunque, in una graduatoria che conta 106 centri urbani in tutta Italia, tutte le siciliane stanno fra l’84esima e l’ultima posizione.
In particolare, sono 15 le dimensioni che la ricerca ha tenuto in considerazione: governance e partecipazione, legalità e sicurezza, ricerca e innovazione, trasformazione digitale, cultura e turismo, occupazione, crescita economica, mobilità sostenibile, povertà, istruzione, qualità dell’acqua e dell’aria, energia, verde urbano, suolo e territorio, rifiuti.
Quasi nella totalità degli aspetti analizzati, si nota un «pesante ritardo strutturale rappresentato da gran parte delle città del Sud difficilmente colmabile – si legge nel Rapporto – se non intervengono forti azioni correttive, nei tempi necessari». Sono a nord est le città italiane più smart nel 2017 mentre il sud resta molto indietro su quasi tutti i fronti. Per quanto riguarda la crescita economica, per esempio, il sud del Paese si ritrova compatto al di sotto della media nazionale. Nella classifica nazionale penultima è Enna.
Maglia nera alle città siciliane anche sull’istruzione, in particolare a Palermo, a Catania e a Caltanissetta rispettivamente ferme in graduatoria al posto 102, 104 e 105. Le fragilità del mercato del lavoro sono nette in tutto il Meridione, in particolare Trapani e Enna sono in coda, rispettivamente al posto 103 e 104.
Analizzando i parametri dei 113 indicatori presi in esame, scarsa è risultata nell’isola la qualità dell’energia in termini di sostenibilità ed efficienza e, infatti, in fondo alla classifica troviamo Trapani e Agrigento nelle posizioni 103 e 104. In fatto di efficienza idrica e qualità dell’aria colpiscono invece i dati negativi di Catania e Palermo, rispettivamente al posto 104 e 105, mentre sorprende trovare Trapani in terza posizione. Unico altro podio che spetta alla Sicilia è quello per il verde urbano in cui troviamo la rete dei siti di natura 2000 nel Messinese al secondo posto, mentre in fondo al rating si posizionano Ragusa (102) e Trapani (105).
In fatto di innovazione digitale Agrigento è quartultima mentre Trapani è il fanalino di coda. Inefficienza anche nella capacità di gestione dei rifiuti urbani per cui gli ultimi posti della classifica spettano a Trapani e Catania. E non va meglio nell’isola anche per quanto riguarda i flussi turistici e la capacità di attrazione culturale: nello specifico, fra le aree urbane che non riescono a valorizzare le proprie risorse in funzione di un rilancio dell’economia locale e di una valorizzazione delle proprie eccellenze locali spuntano Enna che è terzultima e il triste primato è per Caltanissetta che chiude la classifica.
Molta è la strada da fare nell’ambito della mobilità sostenibile, in cui infatti sono Agrigento, Caltanissetta ed Enna a stare agli ultimi posti. Le tre città non riescono, dunque ancora a garantire a tutti l’accesso a un sistema di trasporti sicuro, conveniente e sostenibile. Preoccupante è anche la situazione del rischio dell’impermeabilizzazione del suolo in molti centri urbani, come Palermo e Messina, che peggiora la vulnerabilità in termini di danni e vittime di fronte a gravi eventi naturali. Più corta, invece, sarà la strada per l’azzeramento del consumo di suolo per la città di Ragusa.
Fra le realtà meno avanzate nei percorsi di progettazione innovativa per lo sviluppo urbano e per l’utilizzo di strumenti di partecipazione e gestione dei beni comuni ci sono Agrigento e Caltanissetta. Mentre a soffrire maggiormente d’inefficienza amministrativa e infiltrazione malavitosa è la città di Catania, che si posiziona terzultima nella classifica nazionale.