Situazione in Ucraina, ecco la mappa

di Gabriele Bonafede

Ecco la mappa della situazione in Ucraina di stamattina alle ore 8.00 secondo le informazioni provenienti da “Euromaidan” e cioè elaborate da una parte degli insorti pro-EU. La legenda della mappa (in certi aspetti singolare) è scritta in ucraino, russo e inglese e la traduciamo: in giallo-blu le regioni “Occupate dal popolo”; in rosso le regioni nelle quali la rivolta sta “Tentando di occupare” i siti istituzionali; in rosa le regioni con “Proteste di massa”; in blu le regioni tenute dal “Partito delle regioni” che è quello governativo del contestato presidente Yanukovich, in marrone le regioni dove il Partito delle regioni ha preso il controllo della situazione.

Per quanto la situazione sia in continua evoluzione, da un paio di giorni la conformazione geografica della rivolta appare simile a quella della mappa che pubblichiamo.

Gran parte del Paese sembra aver preso parte alla protesta e, se confermate queste informazioni, si tratterebbe di un’estensione che va ben oltre le regioni tipicamente ucraine e pro-EU (della parte occidentale) coinvolgendo anche regioni a forte presenza russa (nella parte orientale). In tutto sarebbero 9 su 20 le regioni controllate dal movimento d’opposizione, che però ha diverse anime politiche e organizzative. Le nove regioni controllate dai manifestanti sono popolate da oltre 14 milioni di persone, e quindi da quasi un terzo dei residenti in Ucraina (circa 45 milioni di persone).

Inoltre la mappa fornisce informazioni riguardanti la “legittimazione” delle regioni controllate dalla protesta che sono segnate con il logo ucraino. Si tratta delle regioni di Leopoli, Lutsk e Tarnopil nell’Ucraina occidentale. Non si sa, però, cosa si intende esattamente per “legittimazione” almeno in base alle informazioni in nostro possesso.

Un’altra informazione che si evince dalla mappa, e che potrebbe essere preoccupante ai fini dell’evoluzione degli eventi, è la “messa la bando”, o la “proibizione” del “Partito delle regioni”, che è il partito del premier attuale contestato, Yanukovich. Ciò avverrebbe nelle regioni di Tarnopil e Ivano Frankivsk, quest’ultima confinante con la Romania che fa parte dell’UE.

Il simbolo con l’uomo bianco su fondo nero (nella mappa) informa, sempre secondo “Euromaidan”, di “Polizia e bande che picchiano i manifestanti”. Ciò si verificherebbe in sette  regioni: Kiev e Cherkassy, nell’area centrale del Paese, nelle regioni industriali di i Kharkiv, Donetsk, Dnipropetrovsk e Zapoaorzhie, e nella regione di Sumy.

La mappa informa anche che in Crimea e nelle tre regioni più orientali del Paese (Kharkiv, Donetsk e Lugansk) c’è “sostegno” per il partito di Yanukovich . Secondo queste informazioni, insomma, si profila ciò che era prevedibile in una situazione di confronto di piazza: la parte occidentale del Paese, a forte maggioranza ucraina, è a favore di una politica di vicina all’Unione Europea, mentre quella orientale, a con grande presenza russa, è più vicina alla politica del presidente Yanukovich. Va però detto che anche queste regioni sono attraversate dalla protesta, almeno secondo le informazioni, al momento non confermate o per lo meno non pubblicizzate, del Ministero dell’Interno. Quest’ultimo appare ancora in mano al Presidente Yanukovich, almeno fino agli ultimi comunicati ufficiali nel sito ufficiale stesso.

Le ultime informazioni sulla situazione delle proteste rilasciate dal sito ufficiale del Ministero dell’Interno ucraino datano due giorni fa. Comprensibilmente, le fonti governative non diffondono o almeno non evidenziano informazioni sul dilagare geografico delle proteste e stigmatizzano invece il comportamento violento di almeno una parte dei rivoltosi, che comunque risulterebbe violenta in misura minoritaria anche da altre fonti. Le fonti governative mettono in evidenza l’accumulo di sostanze incendiarie “simili al napalm” da parte di gruppi di rivoltosi e chiamano alla calma.

Nelle ultime ore è circolata voce di un’eventuale dichiarazione dello “stato d’assedio”. Se la notizia fosse confermata si tratterebbe di un sostanziale aggravamento del confronto. Di certo, si è verificato un confronto sull’occupazione del Ministero della Giustizia a Kiev, prima occupato e poi solo presidiato dai manifestanti, dopo che il Ministro  Olena Lukash, impegnata nei negoziati tra governo e oppositori, ha richiesto lo sgombero. Una delle fonti è il Kyiv Post, leggibile in inglese:  http://www.kyivpost.com/content/ukraine/euromaidan-rallies-in-ukraine-jan-26-27-live-updates-335614.html. Il Ministro avrebbe infatti minacciato lo stato d’assedio in caso di mancato sgombero. Da qui le notizie circolate su questo aspetto.

Foto di Mstyslav Chernovv tratta da “Euromaidan”.

D’altro canto, gli insorti sostengono che nei soli due giorni dal 21 al 22 Gennaio il bilancio degli scontri include, purtroppo, più di 30 medici o paramedici picchiati o colpiti da pallottole, più di 500 dimostranti feriti, almeno 50 attivisti “sequestrati” e almeno cinque manifestanti uccisi. Il bilnacio, è ovviamente datato e si presume sia aggravato rispetto al 22 Gennaio, visto l’espandersi territoriale e dell’intensità degli scontri.

Come in tutti i casi di duro confronto con numerosi episodi di violenza, a farne le spese è l’informazione, con le due parti in causa che si lanciano accuse reciproche.

È noto che la protesta ha diverse anime politiche e organizzative, con la gran parte dei manifestanti (molti giornali riportano ben 200.000 persone a Kiev in questi giorni) che scendono in piazza pacificamente e solo gli estremisti che operano con atti di violenza viste in tutti i giornali e organi d’informazione.

Nel complesso, la popolazione dell’Ucraina (circa 45 milioni di persone) è per quasi il 78% ucraina, per il 17% circa russa (soprattutto nelle regioni orientali, ma anche a Kiev) e per il resto di varie origini etniche-nazionali.

In Sicilia esiste un certo numero d’immigrati ucraini che, evidentemente, segue il corso degli eventi con apprensione.


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