Sit-in contro il Commissario dello Stato: “La battaglia è dei siciliani non del Mpa”

“Abbiamo appreso con stupore che il sit-in di domani (lunedì) pomeriggio dinnanzi agli uffici del Commissario dello Stato a Palermo è stato intestato al Movimento per l’Autonomia. Non è così. La protesta è stata organizzata sui social network da centinaia di siciliani stanchi di essere vessati da uno Stato che continua a considerare la Sicilia una colonia, e per questo, si ostina a non riconoscere le prerogative sancite dallo Statuto siciliano, parte integrante della Costituzione italiana”.

E’ quanto si legge sull’email ricevuta da LinkSicilia e firmata da numerose associazioni e movimenti che si battono per l’applicazione reale dell’Autonomia speciale nella nostra Isola.  L’equivoco nasce dal fatto che questa redazione, come le altre,  hanno avuto notizia del sit-in da un comunicato ufficiale della segreteria regionale del Mpa.

Ma gli organizzatori non ci stanno: ” Se il Mpa ritiene di dovere aderire, bene. Il nostro appello è rivolto a tutti i siciliani, non possiamo escludere nessuno. Ma l’iniziativa è nostra, dei siciliani che conoscono la loro storia e sanno quello che sta succedendo, nulla più”.

Nella missiva via email, gli organizzatori entrano anche nel merito dell’interrogativo  sollevato da LinkSicilia. Questa redazione, infatti, aveva obiettato che, uno dei punti fondamentali della questione siciliana, non è l’abolizione del Commissario dello Stato, quanto il ripristino dell’Alta Corte per la Sicilia. Istituzione, che come amava dire il presidente della Regione, Giuseppe Alessi, : “è stata sepolta viva”

“Sappiamo benissimo che la questione dell’Alta Corte per la Sicilia è fondamentale. Ci battiamo da anni perché tutti i siciliani si rendano conto che, finché questa istituzione non sarà resuscitata, non ci sarà speranza per la nostra terra. La protesta dinnanzi agli uffici del Commissario dello Stato si è resa urgente, visti gli ultimi fatti che registrano  la volontà dello  Stato italiano di schierarsi, a muso duro, contro la nostra Regione. Una protesta che non nega, semmai sottolinea l’urgenza di riportare in vita l’Alta Corte. La voce della Sicilia e lo voce dello Stato. Alla pari”. 

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